domenica 18 gennaio 2015

Non sono qui






             Non sono qui, non sono altrove, non sono in alcun luogo,
      non appartengo, a nessun tempo,

sfuggo le leggi fisiche spazio-temporali,
ma posso contenere, ogni loro frammento..

Solo chi ha superato le barriere del suono e della luce,
può percepire i paradossi..

Mi inchino, sempre, a raccogliere le lacrime di ogni piccola formica,

tutto compenetro, ma a nulla appartengo,
sono statico e pur vorticosamente oscillo.

Sono Libero,  Invalicabile,
eppure prigioniero,
di ogni creazione,

alla quale cedo di volta in volta
la mia stessa libertà...

sciogliendo i vincoli spazio-temporali.

Solo chi ha superato le barriere del suono e della luce,
può percepire i paradossi..


Ostinate creature,

che volete comprendere e penetrare la mia natura...

non ho natura, limiti, codici,

come ciò che si manifesta grazie alla luce ed al suono...
mie ancelle..

non ho emozioni, eppur mi commuovo,

nel veder  microscopiche creature scalare alte o profonde vette per 
raggiungermi,

nel silenzio della loro fragile anima,

 sussurro:

"non sono il vostro Creatore"..

"Non sono, Colui che vi generò..."


perché sfuggo le leggi fisiche spazio-temporali,
anche se contengo ogni loro frammento...

E loro ostinati, rispondono:

"Tu sei l'Origine",

Tu sei la Matrice delle Matrici,

tutto ti appartiene,

non puoi restar indifferente...

Noi Ti amiamo, Tu sei la nostra vera Casa....



 Non sono qui, non sono altrove, non sono in alcun luogo,
      non appartengo, a nessun tempo.


Siate liberi, e felici,

cedo a voi

la mia stessa libertà...

ove non esistono vincoli.



2 commenti:

  1. Commovente, bella ma triste. Detto questo, tolgo subito il disturbo? Ma neanche per sogno. Tiremm innanz, come disse Sciesa davanti al plotone d'esecuzione...Tu come musa ispiratrice (a differenza di me che NON posso essere un musO ispiratore...) mi sproni a dire altro.

    Le tue espressioni mi creano, almeno in questo momento, un piccolo vuoto, come quando ascolto musiche ancora primitive, con note mancanti in antichi strumenti, comunque adatte perchè richiamano ai grandi silenzi della natura, perchè il silenzio è musica cosmica, è raccoglimento, è preghiera.

    Preghiera verso quel primitivismo che ancora ci pervade, in questi giorni inespressi, latenti di quel fascino che le antiche popolazioni avvertivano nei ritmi del tamburo, prima che i suoni si differenziassero e la liricità delle parole si fondesse con la melodia...

    Le arti (musica inclusa) sono l'espressione più diretta dell'uomo attraverso il tempo e ci aiutano ad attraversare le grandi crisi in cui ciclicamente ci dibattiamo. La musica poi ci fa sentire ogni giorno più vicini a quell'altrove che tuttora ignoriamo.

    Del resto Federico Nietzche nel suo Così parlò Zarathustra scriveva :"Oh! , se pure ci fossero delle vie (musiche) celesti per potere penetrare in un'altra esistenza e in un'altra felicità!".
    Cara Daniela, dici che sono un pò uscito dal seminato? Puede ser, puede ser. Butto allora la palla in calcio d'angolo dando la colpa alla musa che mi ispira...Un salutone
    Malles

    RispondiElimina
  2. Fantastico, non sei andato fuori il seminato, non è affatto triste questa poesia, anzi, direi che vi sia speranza...".la libertà..."che non sappiamo mai come gestire.
    E' qualcosa di prima di noi e di tutto, perchè è fuori dal tempo e dallo spazio, non ha codici e sigilli e limiti, fuori dalla nostra portata, non ha emozioni, ma si commuove...
    e ci dona la libertà, che non è il nulla o la morte o la vita come la conosciamo noi, ma qualcosa fuori della nostra portata umana.
    Non è triste è ciò che ogni uomo si dovrebbe augurare.
    Un abbraccio..

    RispondiElimina