Da quanto tempo si trovava in quel percorso di oscurità, in quel sentiero senza via d' uscita?
Giorni? Mesi? Anni?
Il tempo ormai non faceva più parte del suo mondo e l'alba, il sole, lì non esistevano.
Ma dove si trovava?
Sembrava un deserto di sabbia, ma senza che mai il giorno accendesse quel buio nauseante.
Chi era? Cosa era? Solo un pensiero?
No, lui si sentiva ancora un uomo, con braccia e gambe ed emozioni, ormai solo quelle di disperazione, paura, e solitudine, perché non aveva incontrato nessuno su quella sabbia fredda e quel sentiero buio, eppure continuava a camminare instancabilmente, come se la sua energia non terminasse mai, senza mangiare e senza bere, come era possibile?
Non aveva memoria, non aveva ricordi, forse era morto, questo spiegava il suo incessante cammino, in un luogo così terribile, forse quello era il suo inferno? Cosa aveva fatto, per meritare una simile punizione.
Ma le risposte non arrivarono, nessuno giunse a soccorrerlo, neppure un insetto, un alito di vita in quel luogo oscuro, fino a che sfinito da quei stessi pensieri, si gettò sulla sabbia e cercò nel sonno un poco di ristoro. Riuscì a dormire, ma per quanto tempo non lo seppe mai, e quando si svegliò finalmente la notte aveva lasciato posto al giorno e vide dove si trovava, in un deserto senza fine, e quelle sulla sabbia dovevano essere le sue impronte, nessun battito di ali, nessun essere vivente, il nulla infinito.
Vide i due soli e finalmente ricordò..." la sua missione spaziale", che fine avevano fatto i suoi compagni di viaggio? dove si trovava l'astronave? Non era morto di fame e di sete solo per un motivo, lui aveva delle capsule nel suo corpo che rilasciavano le sostanze vitali necessarie per la sua sopravvivenza, la loro autonomia era di circa sei mesi, quanto tempo era passato?
Ricordò la gioia della partenza, l'esplorazione dell'universo era la sua passione più grande ed era riuscito a farne il suo lavoro, ricordò i suoi compagni di questo viaggio, persone fuori del comune, non voleva pensare che fossero morti proprio su quel pianeta inospitale. Un'avaria li aveva costretti ad atterrare proprio lì, sul quel deserto senza fine.
La memoria era tornata, ma la disperazione era ancora maggiore, doveva ritrovare la sua navetta, forse avrebbe potuto ripararla o chiamare i soccorsi.
Tornò indietro e rifece il lungo percorso all'incontrario e finalmente vide la sua amata astronave, e due compagni che stavano cercando di ripararla, quando li chiamò e lo videro, corsero felici verso di lui, e gli chiesero perché si fosse allontanato, l'avevano cercato, ma non erano riusciti a trovarlo.
Lui raccontò loro del suo lungo cammino senza ricordi, probabilmente ciò era dovuto al trauma cranico subito al momento dell'atterraggio di emergenza, un incubo terribile.
Cercarono di fare il punto della situazione, in realtà l'avaria era molto grave, restava loro solo un mese di autonomia per il cibo e l'acqua, in quel pianeta non vi era ne l'uno nè l'altro, per cui sarebbero andati incontro a morte certa, se non fossero riusciti a sistemare il guasto.
Si misero al lavoro, senza mai un attimo di riposo, fino a che dopo dieci giorni, riuscirono a riparare l'avaria, appena in tempo, stava tornando il buio che su quel pianeta durava molto più che sulla terra.
Decollarono, e si diressero verso il pianeta terra, finalmente sarebbero tornati a casa...
Poi a turno riposarono.
Quando si svegliò era di nuovo immerso nel buio e disteso sulla sabbia, non vi era traccia dell'astronave e neppure dei suoi compagni, come era possibile, stava sognando? oppure l'altro era il sogno?
In preda allo sconforto comprese che non era mai stato un'astronauta, non aveva proprio nessuna tuta addosso, era del tutto nudo, disperato, in preda alla paura, si sdraiò nuovamente e si riaddormentò sperando solo di ricominciare a sognare....
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