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venerdì 14 ottobre 2011

Il vecchio treno nero


Mamma mia come è tardi pensò Elisa, ed adesso come torno a casa? Erano le ventidue e dieci, ed in quel piccolo paesino, a quell'ora non vi erano mezzi.


Elisa comunque non si perse d'animo, e arrivò alla stazione dei treni, ma come aveva immaginato pur essendo aperta al pubblico, e abbastanza illuminata, non vi era neppure un'anima, nessuno che le potesse dare qualche informazione,  si avvicinò al tabellone degli orari e capì di essere arrivata davvero troppo tardi.


Le facevano tanto male i piedi, maledetti tacchi, e stanchissima si accasciò su una panchina per riposarsi, prima di ritornare nel centro del paese a cercare un alberghetto, per dormire qualche ora.


Era stata una giornata strana, e stancante, e anche demotivante, il suo primo lavoro di giornalista apprendista, era stato quello di intervistare un manager di una azienda di vini, solo per fini pubblicitari, ormai  il giornale locale per cui scriveva, le sembrava più un'agenzia pubblicitaria, che un serio giornale, comunque sperava di rifarsi in seguito.


Poi tirò fuori il suo cellulare dalla borsa e chiamò la sua mamma per tranquillizzarla, le disse di non stare in ansia,  se non la vedeva rincasare in serata.


Proprio nel'attimo in cui si stava rialzando, sentì il fischio di un treno che stava sopraggiungendo, Elisa non credeva ai suoi occhi,  ma era tutta felice di poter rientrare a casa in serata, in fondo, si trattava solo di un'oretta di viaggio.


Il treno sbuffando si fermò, sul primo binario,  strano, vide altre tre persone salire,  ma da dove fossero sbucate, non riusciva a capirlo? Forse erano nella sala d'attesa, si rispose tutta contenta, e anche lei salì senza indugio sul quel vecchio treno nero e lucido.


Il treno era quasi vuoto, e poi correva ad una velocità pazzesca, come era possibile? Elisa, guardando fuori dal finestrino, non vedeva che buio,  da sola  aveva occupato tutto uno scompartimento, aveva freddo, un freddo innaturale per il mese di giugno, ed era inquieta e si sentiva profondamente a disagio, tanto che si alzò e andò nel corridoio, con la speranza di incontrare qualcuno per scambiare due chiacchiere, proprio in  quell'istante vide un uomo, vestito di nero, con due occhi di brace, che la scrutò attentamente e le chiese per quale motivo si trovasse sul quel treno, le chiese la sua destinazione, Elisa un pò imbarazzata, spiegò la sua situazione e si scusò di non poter esibire il biglietto, comunque era pronta a pagare la multa.
 L'uomo le rispose che non le avrebbe fatto pagare nulla e le chiese di aspettarlo e di non muoversi da lì.


Dopo qualche minuto ritornò da lei e l'avvertì che sarebbe dovuta  scendere subito, Elisa,  protestò:  ma non potete farmi scendere qui, almeno aspettate che il treno giunga ad una stazione.  Non ci fu nulla da fare, un sinistro stridore di freni,  le porte si aprirono , ma prima di scendere, notò una signora, amica della sua mamma, la donna le sorrise e le disse: "scendi tesoro mio, scendi senza indugio, e ringrazia il controllore, ah! non dimenticare di salutare la tua mamma per me, dille che ora sto bene".


La ragazza confusa,  si ritrovò a terra, lungo i binari, e mentre camminava, inveiva contro le ferrovie di stato,  dopo poco comunque vide una luce ed un passaggio a livello,  dove vicino si trovava  un cartello ........, oddio!!! come era possibile? era il cartello con il nome della sua città, a questo punto sapeva, che in meno di un quarto d'ora sarebbe stata a casa, iniziò a camminare velocemente.


Quando giunse a casa erano quasi le undici e dieci e sua mamma le corse incontro, : " allora ce l'hai fatta a tornare in serata, ma come hai fatto?"   Elisa le raccontò per filo e per segno quello che era accaduto, le disse che aveva visto su quel treno  la sua amica Milena, che la salutava, la sua mamma sbiancò e piangendo le disse,  che non poteva essere lei, perché Milena era morta in ospedale proprio quella stessa sera, di  un infarto.


Elisa, rimase senza parole, ma conosceva troppo bene la signora Milena,  e la persona che aveva visto sul treno non poteva essere  che  lei,  si ricordò che le aveva raccomandato di scendere....., semplicemente Elisa  non doveva trovarsi su quel treno vecchio nero lucido e sbuffante, che correva a velocità pazzesca...


Rammentò anche le tre persone, come apparse dal nulla, che vi erano salite, i loro volti tristi e grigi, ricordò gli occhi di brace del controllore e la sua fretta nel farla scendere...., lei era  stata sul treno dei morti...., ne aveva sentito parlare, aveva addirittura letto un racconto del terrore, ma non avrebbe mai immaginato che esistesse veramente.


Del resto chi le avrebbe mai creduto? Neppure la sua mamma, che sorridendole le disse, ma dai! sicuramente quella donna assomigliava soltanto alla povera Milena.

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