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domenica 7 aprile 2013
Il vagabondo e la luna piena
Se ne stava in disparte, vicino ad altri vagabondi come lui, la luna piena era bellissima ed illuminava quella notte tiepida di primavera, nonostante ciò aveva freddo, durante il giorno aveva consumato solo un cappuccino ed una pasta, offerta alla mensa dei poveri, e poi era troppo stanco ed anziano non ce la faceva più a stare in fila ad aspettare il suo turno, non ce la faceva nemmeno più a dormire sulle panchine e sul duro selciato, ma non sopportava i dormitori, lo facevano sentire in gabbia, in una tomba prima del tempo.
Non era un ubriacone, non chiedeva la carità, non si lamentava della sua sorte, aveva scelto di non far parte più del sistema, una notte silenziosamente era uscito dalla sua bella casa ricca e profumata e aveva deciso di non tornare mai più a quella vita che ormai gli appariva sordida, crudele.
Era un bell'uomo ancora giovane, aveva sulle spalle la responsabilità di una grande impresa, quel giorno seduto dietro la sua grande scrivania di cristallo, avrebbe dovuto firmare la delibera di chiusura di una filiale con venti dipendenti, i suoi consulenti sostenevano che era improduttiva ed irrecuperabile, l'unica via percorribile. Tutti d'accordo, il consiglio, i consulenti, tutti insensibili alla sua convinzione che tutto si può recuperare, tranne la vita delle persone.
Non firmò..
A casa con la sua adorata moglie non parlava quasi mai del suo lavoro, ma quel giorno era talmente triste ed abbattuto e le raccontò cosa stava accadendo, lei non si scompose e disse che non era colpa sua, comunque per il bene dell'impresa quella chiusura era necessaria.
Nessuno, proprio nessuno, aveva pensato a quei poveri venti dipendenti, alcuni di loro erano con lui da tanti anni, li conosceva tutti, non se la sentiva di tradirli.
Quell'insensibilità da parte di tutti lo sorprese e lo amareggiò profondamente, non si era mai accorto di avere intorno a lui persone senza cuore.
La notte stessa decise di andarsene, ma non prima di sistemare quelle persone. Nella cassaforte del suo ufficio conservava molto denaro lo prelevò e la mattina andò alla filiale e informò i suoi venti dipendenti di ciò che stava accadendo, li informò anche che si sarebbe ritirato per sempre e consegnò loro il denaro a titolo di risarcimento. Poi sparì.
Il giorno dopo parlarono del suo furto...alla sua impresa.
Ma ormai erano passati tanti e tanti anni, trascorsi sulla strada di diverse città, aveva subito umiliazioni, scortesie, violenze, ma aveva conosciuto anche persone sensibili, che avevano cercato di aiutarlo, di condurlo fuori da quella miserabile condizione di vagabondo.
Osservando e riflettendo, aveva compreso molte cose importanti sulla vita, proprio indossando panni logori e nutrendosi poco, cose che tutto il denaro del mondo non avrebbe mai potuto comprare. Aveva trovato tra i vagabondi, persone profondamente simili a lui, ed altre completamente diverse, aveva conosciuto creature di altre dimensioni che lui chiamava angeli e grazie a loro era riuscito ad aiutare "qualcuno sulla strada".
Il suo compito ormai era quasi terminato, il suo corpo era stanco e logoro, come il vestito che lo ricopriva, eppure aveva imparato ad amarlo, gli era stato compagno fedele di una vita senza troppo pretendere e gli dispiaceva molto lasciarlo, abbandonarlo, gli pareva una ingratitudine enorme andare con i suoi amici angeli senza considerarlo minimamente.
In quella stessa notte di luna piena, Angelo scomparve letteralmente, un suo amico vagabondo che non disdegnava un goccetto ogni tanto, raccontò che due figure luminose erano venute a prenderlo ed improvvisamente Angelo era diventato anche lui una creatura luminosissima, lo salutò per l'ultima volta e poi scomparve con loro.
Naturalmente tutti pensarono che fosse troppo ubriaco per raccontare la verità.
Daniela, anche se questo tuo racconto fosse solo frutto della tua fantasia di scrittrice cio' non cambierebbe nulla in quanto in esso si parla di vite realmente vissute ai bordi delle nostre metropoli e quindi di una storia che potrebbe essere tranquillamente reale e anche il finale della storia si potrebbe avvicinare alla realta' in quanto in tanti e non solo le religioni sostengono che tutti noi abbiamo un angelo custode che ci assiste nel nostro peregrinare in questo mondo e forse quando il nostro viaggio della vita avra' fine esso ci portera', come il protagonista della storia che ha conosciuto sulla sua pelle ogni tipo di dolore,in un mondo di luce dove il dolore e la sofferenza non esistono piu' ma esiste invece soltanto l'amore infinito e eterno.Un saluto,Emilio
RispondiEliminaQuesto racconto è frutto della mia fantasia, ma sono certa che tra quelle persone che vivono sulla strada, vi sono anche degli angeli.
EliminaGrazie davvero ...Angie
wow ! sei una scrittrice nata ! prendi gocce di verità , le unisci ,con grande bravura, al mistero che appartiene a questo blog ed ecco qua : un racconto con i fiocchi !!
RispondiEliminaOh! Marco mi fai arrossire, in realtà non sono una scrittrice, comunque non mi ritengo tale. Qualche raccontino è carino, lo ammetto, ma viene dal mio cuore...Grazie Marco.
EliminaUn caro saluto
Angie
fantastico !! comunque anche se non sei una scrittrice attualmente , forse un giorno potresti diventarlo e allora io sicuramente prenderò il tuo libro ! ( che potrebbe proprio essere una specie di raccolta di tutti i racconti che hai scritto sul blog ! )
RispondiEliminaGrazie Marco della tua idea, ma qui è tutto gratuito......casomai cercherei di scrivere qualcosa al di fuori...ma non sono una scrittrice...
EliminaUn caro saluto.
Angie