domenica 16 ottobre 2011

Vittime e carnefici


Che tristezza!, un poliziotto è e resta sempre un uomo, e davanti all'omicidio di un altro essere vivente, prova un vuoto indicibile, come essere sospesi in equilibrio tra la vita e la morte.




Niccolò, faceva parte della squadra omicidi di  Milano, da almeno dieci anni, e la sua memoria era piena di ricordi terribili, scene impensabili, orrori veri, altro che film dell'orrore, la realtà del suo lavoro, lo metteva a dura prova.


Ultimamente non ce la faceva veramente più, i suoi nervi erano al limite, stava crollando sotto il peso dei suoi incubi, la notte lui sognava le vittime, dei casi non risolti, che con aria triste e rassegnata, gli dicevano che si era dimenticato di loro, e che per questo continuavano a vagare all'infinito in un cerchio di nebbia grigia.


Il mattino era stanco, con gli occhi segnati, e la nausea, tanto che il suo capo lo aveva convinto ad andare da un psicologo, purtroppo non ne ricavava alcun beneficio.


Del resto i delitti irrisolti, superavano di gran lunga gli altri, ed in dieci anni, nei suoi sogni apparivano sempre più vittime...., ma perchè proprio a lui?, In fondo non era il responsabile di quella sezione, ma solo un aiutante, un poliziotto come tanti che collaborava alle indagini.


L'ultimo delitto, al quale stava lavorando insieme ai suoi colleghi, era quello di una ragazza di diciotto anni, che era stata ritrovata in un bosco, circa una settimana prima, torturata ridotta a brandelli, e lei ormai frequentava assiduamente i suoi sogni e lo avvertiva che i suoi assassini erano molto pericolosi e che doveva fare di tutto per scoprirli ed imprigionarli, se non voleva molte altre visite future.


Lui cercava di fare il suo meglio, ma la stanchezza mentale era così forte,  ed il sonno non lo ristorava, quei sogni lo tormentavano, e non riusciva a frenarli.


La fine della ragazza nel bosco, l'aveva stravolto, l'assassino o gli assassini erano stati di una crudeltà disumana e lui voleva in tutti i modi capire, chi fossero, nella sua sezione si parlava di un malato mentale, uno schizofrenico, lui non ne era affatto convinto...., per lui quella morte nascondeva molto di più.


Sapeva che la giovane vittima era una ragazza come tante, che non si drogava, che stava conseguendo la maturità, e non aveva storie sentimentali pericolose, era sempre uscita poco la sera, e solo con gente di fiducia, amici,  ma fu proprio una di quelle rare sere che lei sparì, da una discoteca, in pochi minuti, letteralmente scomparsa nel nulla.


Le indagini non erano certo facili, dal momento che quella discoteca era frequentata da una miriade di giovani, i titolari erano persone normali ed in regola, neppure i video di sicurezza poterono svelare il  mistero, perchè i nastri erano stati riutilizzati.


Solito tran tran,  il controllo dei tabulati telefonici, non dettero alcun risultato dal momento che la ragazza teneva chiuso il suo cellulare, già all'interno della discoteca, l'autopsia, rivelò che in effetti era stata torturata ferocemente, con armi da taglio, non vi era nessuna traccia di violenza sessuale, e quindi nessun reperto biologico estraneo da analizzare.
Interrogati i genitori affranti ed increduli, gli amici, altre persone che si trovavano in discoteca, ma nessuno aveva la più pallida idea, di chi l'avesse fatta sparire e come...


E passarono mesi senza alcun indizio, fino a che un'altra ragazza della stessa età, fu trovata nello stesso bosco,  nelle medesime condizioni dell'altra, ma questa volta la sparizione era avvenuta in un grande emporio di abbigliamento, ed i video di sicurezza venivano archiviati regolarmente.


Ma la scena che si presentò agli occhi degli inquirenti, fu di una normalità disarmante, alle ore 18,00,  la ragazza  aveva acquistato un paio di pantaloni,  alle ore 18,30,  insieme ad un'altra era uscita regolarmente dall'emporio. Poi era sparita..


Quella sconosciuta, non era una sua amica, neppure una conoscente, nessuno la riconobbe, iniziarono infinite ricerche per poterla trovare, fino a che casualmente una persona, estranea ai fatti, ed alle indagini, la riconobbe, e rilasciò le sue generalità.


Niccolò stesso andò a trovarla, a casa,  era una bella ragazza, affabile e gentile, lo fece accomodare,  e poi guardò attentamente la foto che Niccolò le fece vedere, e lei sorridendo disse che aveva conosciuto casualmente la ragazza in un emporio, ma nulla di più.


Ma Niccolò, alla presenza di quella giovane di bell'aspetto, aveva provato una profonda sensazione di disagio, un malessere inspiegabile, decise di controllarla, per fare questo, chiese al suo capo una settimana di ferie.


La notte stessa, riuscì a dormire tranquillamente, senza sogni, ed incubi e la mattina si svegliò, riposato come non ricordava di esserlo mai stato negli ultimi anni.


Iniziò a seguire la ragazza, che peraltro restava spesso a casa, almeno di giorno, decise quindi di dormire di giorno e tenerla d'occhio dal tardo pomeriggio...


Finalmente una sera, la giovane salì,  su una grossa auto fuoristrada, dove c'erano altre quattro
persone, il suo istinto (o qualcos'altro?) lo avvertì che era giunto il momento, di scoprire se questa ragazza c'entrava qualcosa con gli omicidi..., con prudenza li seguì, cautamente, fino ad un paesino quasi disabitato fuori città, quando si fermarono davanti ad una vecchia casa, si mantenne ad una certa distanza di sicurezza per non farsi vedere, e scese solo quando queste persone entrarono nel portone di quella vecchia casa.


Coraggiosamente dopo qualche minuto, si avvicinò e da una finestra illuminata, al piano terra,  cercò di vedere cosa ci fosse in quella stanza,  non molto per la verità, ma notò degli attrezzi che generalmente servono per le riprese, un letto, ed uno schermo, nel vedere le scene che scorrevano su di esso, lo stomaco gli schizzò in bocca, erano scene cruente, ragazze nude, orrendamente torturate, ed alla fine uccise.
Stavano parlando, forse litigavano, ma non riusciva a capire le parole. Si allontanò dalla finestra e chiamò la sua sezione, intimandoli di fare presto e di arrivare in forza, ma senza sirene, dette loro le coordinate per giungere fino a lì.
Con un'ansia senza fine attese il loro arrivo, dopo una ventina di minuti, che gli erano sembrati un'eternità, i suoi colleghi silenziosamente lo attorniarono e guardarono lo schermo, e le scene feroci che scorrevano.


Li beccarono tutti, era una organizzazione schifosa, che rivendeva video cruenti a prezzi proibitivi, a persone sadiche piene di soldi, che godevano nel vedere la sofferenza e le torture che quelle povere vittime subivano, con morte finale annessa.
Con circospezione la polizia arrestò anche i compratori, che spergiurarono tutti, di essere in buona fede, credevano che quelle scene fossero solo effetti speciali, non reali.


Le ragazze vittime di questo orrendo commercio, venivano scelte casualmente, a Milano, ma anche in tutta Italia, e la perfida accalappiatrice era proprio quella affabile e gentile ragazza, che fingendosi amica, le conduceva ad una morte terribile e senza un briciolo di rimorso.
Gli altri erano i torturatori a turno.....
Non solo furono risolti gli ultimi due delitti, ma anche altri rimasti insoluti negli ultimi anni, tra l'altro molti corpi non erano mai stati ritrovati, e neppure quei maledetti carnefici, si ricordavano dove li avessero scaraventati.


Niccolò, fu premiato, avanzò di grado, e la notte gli incubi scomparvero quasi del tutto, quasi....



2 commenti:

  1. E il quasi che spaventa,una volta entrati in contatto con quel tipo di crudeltà, è difficile che l'animo umano ne rimanga intoccato.
    E non è facile guarire da qual tipo di ferite.

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  2. E' così quel quasi indica che comunque l'animo non guarirà mai..
    Vedere la crudeltà di certe persone, ti ferisce profondamente...
    Ciao
    Angie.

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