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sabato 29 dicembre 2012
Nella nebbia e nel buio
Quella mattina di domenica, guardando fuori della finestra, per un attimo il cuore perse i suoi battiti, la campagna era sprofondata in una nebbia luminescente, che illuminava quel buio insolito, mai nei suoi quaranta anni di vita, aveva mai visto dalle sue parti una nebbia così impenetrabile ed un cielo così buio alle otto di mattina.
Piero amava così tanto la solitudine, che spesso, il fine settimana, si ritirava nella sua casetta di campagna, a scrivere, oppure semplicemente per riposarsi, dopo aver fatto delle lunghe passeggiate, mai si era sentito così profondamente a disagio.
Un profondo senso di malessere, lo pervase quando scoprì che alle dieci di mattina, nulla era cambiato, tutto era rimasto come due ore prima, tanto che decise di chiamare i suoi genitori per avere notizie sul tempo nella sua città di Genova..."nulla da fare, il cellulare dopo vari tentativi, non riuscì a contattarli", provò a contattare un suo amico, ma il risultato fu il medesimo.
Non voleva rimanere un minuto di più in quel luogo, e si preparò per partire con la sua auto, si rese conto che viaggiare sarebbe stata un'impresa alquanto pericolosa, la nebbia era così fitta, tanto che non riusciva a vedere nulla neppure ad una distanza di due metri, e lo sconforto più totale scese su di lui, quando si accorse che non riusciva neppure a mettere in moto la sua auto.
Ritornò in fretta in casa, e rimpianse amaramente di non aver voluto, lì, né una radio né una televisione, in quel momento si sentiva un prigioniero, in un mondo sconosciuto e senza via d'uscita.
Piero, si disse che l'unica cosa che poteva fare, era attendere pazientemente, che stava esagerando la portata di quella situazione, ed iniziò a prepararsi il pranzo, ma a mezzogiorno intorno a lui non era cambiato nulla, la nebbia e l'insolito buio erano rimasti invariati, il cellulare non funzionava ed anche l'auto non voleva saperne di partire. Mangiò poco e nulla, non aveva appetito, lo stomaco era contratto ed il suo malessere non era affatto migliorato, anzi.
Si mise a letto sperando di dormire fino al giorno dopo...con la speranza che tutto all'indomani fosse diverso.
Dopo un sonno agitato, colmo di incubi e di figure strane, si risvegliò con il cuore in gola, a mezzanotte, non osò guardare fuori della finestra, e sperò di riuscire ad addormentarsi di nuovo, ma il sonno tardò molto ad arrivare, per la prima volta in vita sua, aveva paura, una paura indefinibile...che gli gelava le ossa e lo stomaco...
Quando si alzò, notò con sollievo che la nebbia era sparita, fuori vi era una bellissima giornata di sole, si sentiva decisamente meglio, ma voleva andarsene comunque, desiderava vedere i suoi genitori, molto spesso da lui trascurati, ed anche i suoi amici di sempre....
Si vestì, non fece alcuna colazione, non sentiva fame, e si avviò verso la sua auto....ma dove era finita la sua auto? Non ve ne era traccia....anche il cellulare era sparito...Gli avevano rubato tutto?
Nulla di male, avrebbe chiesto aiuto ai suoi vicini che abitavano a circa un km. da lui, immaginate la sua sorpresa, quando fuori della loro casa, vide l'auto dei suoi genitori....Suonò alla porta, ma sembravano non sentirlo, allora aprì e ciò che vide, lo lasciò stupefatto: i suoi genitori parlavano e piangevano con i suoi vicini e nessuno di loro sembrò notarlo....nonostante le sue urla furiose, nessuno si accorgeva di lui...., allora cercò di comprendere cosa stavano dicendo; "suo padre piangeva e si chiedeva che fine avesse fatto suo figlio, non lo avevano più visto da almeno un mese, era sparito dalla faccia della terra..., i colleghi non avevano notizie, gli amici lo stesso, nella sua casa di campagna, non vi era traccia di lui, anche la sua auto era sparita"
Piero si avvicinò al padre, cercò di toccarlo, ma non vi riuscì, era come se le sue mani affondassero nel suo corpo, una sottile disperazione lo colse...." cosa mi è accaduto? sono forse morto? e non me ne sono accorto?"
Cercò di urlare ancora "sono qui, sono qui, guardatemi", ma nessuno sentiva la sua voce, nessuno vedeva la sua immagine....
Improvvisamente, si ritrovò nella sua casa, la nebbia luminescente e la terribile oscurità erano ancora intorno a lui.....
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Daniela,ho lettocon interesse il racconto che hai pubblicato qui sopra e penso rispecchi abbastanza fedelmente la situazione di stupore che potrebbe provare un anima nel momento in cui ha abbandonato questa esistenza e di angoscia nel non poter piu'comunicare con i propri cari.Penso, pero'che tutto cio' nella realta' dei fatti sia solo temporaneo in quanto in seguito ci'sara'sicuramente un messaggero di luce che lo aiutera' ad abituarsi alla sua nuova esistenza spirituale.Detto questo, mi permetto di concludere con dei brevi versi poetici che mi sono nati nel cuore in questo momento che ti voglio dedicare con amicizia che recitano cosi'-Hai vagato da sempre nei miei sogni e ora che sei qui vicino a me ti prego fammi vivere con dolcezza un favola infinita.Sinceramente,Emilio
RispondiEliminaEmilio, è bellissima la tua poesia, e ti ringrazio di averla pubblicata qui sul mio blog.
EliminaIl racconto in effetti, può riferirsi sicuramente ad un'anima che ha abbandonato questo mondo, ma anche a casi strani di persone che scompaiono, di cui non si ritrova traccia, diciamo che è ambivalente...ognuno con la fantasia...può proseguire la storia di Piero..
Sei fantastico ciao Angie