sabato 4 gennaio 2014

Oltre la vita racconto






Può un medico, un chirurgo, credere in Dio e in una vita oltre la nostra dimensione biologica?
Lui conosce quel che vede, e certo sa bene che siamo un insieme di tanti elementi, dunque dovrebbe essere avvantaggiato? 
Il contatto umano con gli ammalati, la loro diversità, i momenti critici, qualche esperienza raccolta qua e là...tuttavia, anche i medici sono differenti l'uno dall'altro, vi è chi osserva tutti i giorni la meravigliosa opera che ha sotto gli occhi e chi invece nota solo le terribili devastazioni che infieriscono sul nostro corpo, senza contare che anche in questo campo, gli obbiettivi sono altrettanto diversi.


Giulio G. è un medico molto coscienzioso, umano, e compassionevole, ma è anche certo che la vita dell'uomo appartiene ad un'unica dimensione e quando arriva la fine biologica, la parola fine è assoluta.

Non sopporta, anzi detesta sentir parlare di una impossibile continuità, di Dio, e nonostante abbia avuto testimonianza su un altrove da alcuni suoi pazienti, che sono riusciti a ritornare dopo essere stati dichiarati morti, lui è convinto che certe esperienze siano derivate, dall'assoluto rifiuto da parte del cervello di morire.

Per Giulio, dunque sono tutte strategie adottate dal nostro cervello, che ad onor del vero, ha facoltà ancora molto misconosciute.

Ma anche il dottor Giulio, ha una famiglia, due figli adolescenti uno dei quali lo condurrà su territori da lui tanto detestati.

Purtroppo dopo un banale incidente automobilistico, mentre sua moglie e l'altro figlio, risultarono illesi, il figlio più piccolo di quattordici anni, riportò un grave trauma alla testa, lo portarono urgentemente all'ospedale, ma nonostante l'immediata operazione chirurgica, entrò in coma.

Un coma, che l'altro suo collega sentenziò " irreversibile". Giulio fu catapultato all'improvviso nel mondo della disperazione, ma immediatamente reagì e decise di trasferirlo in un centro molto più "attrezzato".

I genitori vegliavano il giovane, giorno e notte, nonostante la sentenza terribile di irreversibilità, il loro cuore era ancora pieno di speranza, e se questo era normale per la mamma, era invece qualcosa di assolutamente imprevedibile per Giulio che da buon medico, conosceva bene la situazione....

Fino a che un terribile giorno, il cuore del ragazzo, cessò di battere, e fu dichiarato morto. I genitori non si allontanarono dal suo corpo, neppure quando fu condotto all'obitorio, essi lo abbracciarono, il corpo si stava raffreddando, Giulio gli disse : " se vuoi, puoi ancora tornare" il dolore lo aveva distaccato da ogni sua erudizione medica, in quel momento era solo un padre che voleva che il figlio si risvegliasse e tornasse a vivere. Lo accarezzava, lo massaggiava, gli praticava ancora la respirazione bocca a bocca, in un momento di totale disperazione, chiamò Dio, quel Dio in cui non aveva mai creduto, "Dio ti prego, non puoi farmi questo", ti prego....


Dopo una lunghissima manciata di secondi, il ragazzo aprì gli occhi e disse:
" Stavo tanto bene, ero in un luogo bellissimo, ma la nonna, mi ha chiesto di tornare da te, non sopportava la tua disperazione".
Giulio chiamò subito gli altri dottori, che visitarono il ragazzo, stava benissimo, tanto che dopo due giorni lo rimandarono a casa.

Giulio era felice, ma anche sconvolto per tutto ciò che era accaduto, chiese a suo figlio se veramente si riferisse alla nonna, ma quale, dal momento che entrambe le nonne erano vive e vegete...
Il ragazzo iniziò a raccontare che improvvisamente si era trovato in un tunnel, in fondo al quale vi era una bellissima luce, lui si era incamminato ed aveva incontrato una donna stupenda,  che si era presentata come la sua nonna, cioè  la vera mamma di Giulio, ma dopo avergli fatto visitare luoghi spettacolari, gli disse che se voleva poteva ancora tornare indietro, che tu stavi soffrendo atrocemente e lei non riusciva a sopportarlo.


Questa esperienza, poi, fu raccontata a tutti i familiari...compresi i genitori di Giulio, una sera chiesero al figlio di andare a casa loro.
Gli confessarono una verità inaspettata e sconvolgente, che non erano i veri genitori, che lo avevano adottato da piccolissimo, perché la sua mamma era morta di parto subito dopo la sua nascita, in quel momento si trovavano nello stesso ospedale, purtroppo anche il loro bambino non era riuscito a sopravvivere, ed anche se il dolore era infinito, nel vedere lui un piccolo neonato di pochi giorni, rimasto solo al mondo (non aveva alcun parente), decisero di adottarlo.
Successivamente era come caduto un velo pietoso, su tutta la dolorosa vicenda, e non ebbero mai il coraggio di dirgli la verità.

Dunque, come poteva il figlio conoscere una verità che nessuno sospettava?
Aveva davvero incontrato la sua vera nonna? Cioè la sua vera mamma, colei che se ne era andata, dopo averlo messo al mondo? Una mamma che non sopportava di vedere  soffrire il figlio..atrocemente...Come avrebbe voluto conoscerla la sua vera mamma...Tormentò  a lungo suo figlio, per avere una descrizione dettagliata ...

Questa si può considerare una grande prova dunque? Si chiese Giulio? La prova che vi è davvero una vita oltre questa? 

Da allora Giulio, di prodigò ancora di più verso gli ammalati, e cercò altre testimonianze, si rese conto che tutti avevano più o meno lo stesso incontro con la luce, ma i messaggi erano diversi. Consolò con amore i moribondi, li rassicurò sulla loro vita oltre, raccontando cosa era accaduto a suo figlio.

Altri ritornarono, e lui fu sempre il primo ad ascoltarli.


6 commenti:

  1. Daniela,io credo che il tuo racconto non sia assolutamente da etichettare come fantastico ma che invece rispecchi una chiara e a tratti sconcertante e allo stesso tempo meravigliosa realtà che è quella dell'esistenza concreta di una vita dopo la morte.Io stesso ti posso assicurare che ho conosciuto alcuni stimati medici che dopo aver vissuto sulla loro pelle la meravigliosa esperienza di premorte, ora hanno cambiato letteralmente il loro punto di vista sulla morte che prima dell'esperienza consideravano come un qualcosa di totalmente irreversibile dal loro punto di vista scientifico e che ora invece considerano solo un passaggio indolore da una dimensione a un altra.Ti voglio raccontare in modo breve e coinciso la storia di un mio amico medico pediatra e bravissima persona che dopo una personale esperienza di premorte con uno stato di coma in seguito a un infarto cardiaco ora ha cominciato ad avere dei seri dubbi sull'irreversibilità del fenomeno morte ma anzi mi ha confessato che ora la morte non gli fà più paura perchè egli sà cosa lo aspetta dopo.E poi basterebbe per chiudere il discorso citare la famosa esperienza di Carl Gustav Jung eminente psicologo e più recentemente di Eben Alexander famoso neochirurgo statunitense in quanto entrambi mettendosi contro il parere di quei loro colleghi,dopo quello che hanno personalmente vissuto, sono stati costretti a cambiare radicalmente il loro concetto scientifico della morte anche perchè sappiamo tutti benissimo che la scienza ha i suoi limiti e non può assolutamente dare una spiegazione a tutto.Io personalmente e tu sai benissimo cosa penso in merito all'argomento in questione rimango e rimarrò sempre dell'idea che la morte non è quello che una minoranza di atei e di materialisti per secoli ha cercato di farci credere e cioè un salto nel nulla ma è invece un sereno e tranquillo ritorno a casa.E ti chiedo umilmente scusa se chiudo il mio commento con alcuni versi finali di una mia piccola poesia che ti ho già inviato e che parlando della morte recitano testualmente così-------Ho abbandonato la strada della vita,la mia anima ha attraversato le buie regioni della morte e valicato immensi piani di luce e solo ora vivo la vera vita in un mondo di gioia e di sogni in attesa di conoscere il Creatore di tutti i sogni.Cordialmente come sempre,Emilio

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    1. Penso che proprio i medici, possano in qualche modo aiutarci in questa difficile ricerca, certo la loro testimonianza pesa molto su queste vicende. Se avessimo la certezza del nostro ritorno a casa, la vita sarebbe molto migliore per tutti.
      Prima o poi sapremo.
      Bellissima poesia.
      Un abbraccio.

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  2. mi permetto di lasciare un commento;mi sono emozionata nel leggerti, gran bel racconto! grazie!

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    1. Grazie Oriana e meno male queste vicende non sono solo fantasia, il mio racconto è comunque basato su una storia realmente accaduta, anche se non così....
      Grazie ancora

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    2. è vero, meno male che non sono solo fantasia. ti auguro un sereno w.e. ps passo spesso a "trovarti" poiché trovo il tuo blog molto interessante.

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    3. Grazie Oriana, questo mi fa davvero tanto piacere.
      A presto allora.

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