domenica 27 luglio 2014

Newton e la magia nera.



Fonte video : La Fenice

Quanti geni alla ricerca della pietra filosofale?,  Newton uno dei più grandi geni, non rimase certo indifferente, si dedicò sia allo studio che alla sperimentazione.
Il sogno degli alchimisti di trasmutare il piombo in oro, non fu mai raggiunto? E soprattutto era davvero quello il fine ultimo....o ben altro?.

La reale ricerca era l'immortalità....C'è chi vocifera che qualche alchimista sia riuscito nel suo intento, e quindi calpesti ancora oggi questo nostro pianeta, tuttavia, nessuno di loro, diffonderà mai le sue scoperte, ovviamente  quanto possa essere vero, non lo sapremo mai, resterà un mistero, un mistero pare molto pericoloso, chi si avvicina  troppo ad esso, rischia la vita, persino l'immortale che osa svelarlo, viene condannato.

Le leggende sono sempre infinitamente affascinanti, ma penso che ciò che veramente conta è quello che riusciremo a trovare in noi, dentro noi, esiste proprio tutto, persino la pietra filosofale, ognuno di noi dovrà essere l'alchimista di se stesso, sappiamo che la reale ricchezza non è certo l'oro, ma ben altro...

Il video è comunque molto interessante. 

Chi desidera saperne un pochino di più di alchimia legga qui
Ho trovato un articolo piuttosto curioso sul batterio delle pepite di oro leggi qui


6 commenti:

  1. L'antica tradizione esoterica i cui insegnamenti si perdono nella notte dei tempi parlano di rarissimi alchimisti che completata l'opera al rosso e grazie alla pietra filosofale avrebbero ottenuto l'elisir di lunga vita e conquistato quindi l'immortalità.Tuttavia non era quello della morte fisica che preoccupava questi alchimisti,bensì quello della seconda morte,la morte dell'anima, perchè sempre secondo la suddetta tradizione, l'anima non è immortale per definizione,ma può degenerando una vita dopo l'altra,ridursi a un barlume della sua originaria luminosità e perdere la coscienza di sè.La conquista dell'immortalità si svolge quindi in due fasi,la prima fase è quella di far raggiungere al proprio corpo fisico e al corpo sottile una vibrazione spirituale molto rapida tale da non subire più il richiamo della materia correndo il rischio di disperdersi nel nulla.La seconda fase è quella di cercare di passare da un esistenza ad un altra mantenendo intatta la memoria delle vite precedenti ed è questa la vera immortalità Ed infine,sempre secondo l'antica tradizione esoterica noi non siamo degli esseri materiali alla ricerca di un esperienza spirituale ma il contrario siamo esseri spirituali che vivono un esperienza materiale.Ti sono sempre vicino con amicizia sincera.Emilio

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    1. Grazie Emilio, la tua spiegazione è molto esauriente, la seconda morte pare faccia molta più paura della prima...Grazie sopratutto per la tua sincera amicizia, che ricambio con affetto.

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  2. L'alchimia era (ed è) la ricerca di una lontana memoria genetica, di una saggezza antica che la moderna scienza ha dimenticato e che cerca (inutilmente) di riprodurre artificiosamente.

    Mmmhh...per quanto riguarda Newton, nessuno dice (e ci mancherebbe altro...) che la mela quando si staccò dal ramo e piombò sulla sua cabeza si ruppe in due...per dire che capatanta tenea...che fosse poi lo stesso melo di Adamo ed Eva??...Mah!...forse
    Ciao
    Malles

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    1. Grazie Malles, e chi lo sa sta benedetta mela ha fatto stragi...
      Ciao

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  3. Mi consenta...direbbe colui il quale, di... rincarare la dose .

    Il vero alchimista non aveva (ha) come obiettivo solo la trasformazione della materia, egli ha sovre todo l'aspirazione di una conoscenza assoluta, con un duro lavoro di purificazione integrale la sua figura si eleva al di sopra del comune sperimentatore scientifico.

    Non è casuale il raffronto con la disintegrazione nucleare se vediamo la correlazione dello scomponimento della materia e delle sue parti, TUTTA l'opera alchemica, in fondo, non è che un'anticipazione della scienza atomica, anche se simbolicamente il riferimento alchemico si ottiene con la simbiosi dei quattro elementi: terra-acqua-aria e fuoco. Questi quattro stadi a ben vedere, concorrono alla formazione di tutto ciò che esiste, essere umano incluso .

    Nella sua fase creativa dunque, l'alchimista dispone di questi elementi, imponendo loro una diversa struttura a beneficio del risultato: la pietra filosofale. Per ottenerla sono disponibili il mercurio, zolfo e sale.

    Le simbologie di questi elementi erano già trattate ai tempi delle teorie platoniane e aristoteliche, che discutevano della "fumosità" dello zolfo che trovava il suo contrapposto nel "freddo" mercurio, così come il fuoco (caldo e secco) si contrappone al (freddo e umido) dell'acqua.

    La simbologia si completa nella raffigurazione di un microcosmo, nel quale l'alchimista, "fratello della natura" agisce ad immagine e somiglianza del macrocosmo.

    Le ricerche (positive??-materialistiche) scientifiche in questo ambito di precisi studi su maestri di ricerche alchemiche (Tommaso d'Aquino, Bacone, Maier, Paracelso, Dorn, E. Trismegisto, Northon, Flamel, ecc) non risultano molto efficaci, rimangono ferme ed immobili, con la loro non pacata ed ironica polemica su argomenti di ricerche che non comprendono.
    Saluti
    Malles

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    1. Penso che manchi l'elemento fondamentale, alla scienza attuale,,,
      Grazie tante Malles

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