1^ Parte
Erano le 21,00, circa, mentre Giancarlo
in garage stava aggiustando il suo motorino, udì dei rumori
provenire dal suo appartamento, grida di terrore, rumori
indecifrabili, pensò subito che fosse qualche programma alla TV, ma
preferì comunque salire le scale e verificare. Aprì lentamente la
porta che si affacciava sul corridoio e sbirciò: “la scena che si
presentò ai suoi occhi per poco non lo fece svenire : un uomo con
una tuta nera ed una specie di passamontagna, stava frugando nella
casa, non era solo, vide altri due vestiti nello stesso modo, che si
stavano dirigendo proprio verso di lui”.
Scappò con tutta la forza che aveva in
corpo e si fermò, soltanto dopo un paio di chilometri, non aveva
denaro, ma si ricordò che per fortuna, nella tasca, aveva messo il
cellulare, chiamò la polizia e spiegò cosa stava accadendo.
Ritornò indietro, si nascose,
aspettando il suono delle sirene, dopo 10 minuti finalmente due auto
della polizia si fermarono davanti a casa sua, uscì dal suo
nascondiglio e si presentò ai tre poliziotti, insieme entrarono
nell'appartamento.
Gli uomini in nero, non c'erano più,
tutto sembrava normale, le luci accese, Giancarlo chiamò ad alta
voce i suoi genitori e la sorella, ma nessuno rispose.
Giancarlo spaventatissimo si mise a
sedere sul divano del salotto, le gambe ormai non lo reggevano più,
i poliziotti chiesero cosa fosse accaduto esattamente, lui raccontò
quello che aveva visto: i tre uomini in nero e le grida di terrore
che aveva udito precedentemente, i poliziotti perlustrarono tutta la
casa, il garage, il giardino, rovistarono gli armadi, non trovarono
tracce di sangue né cadaveri.
Provarono loro stessi a chiamare con il
cellulare di Giancarlo quelli dei genitori e della sorella,
squillarono uno ad uno in stanze diverse dell'appartamento.
Il giovane terribilmente sconvolto fu
scortato e portato alla centrale per verbalizzare e denunciare
l'accaduto, da lì chiamarono il fratello del padre, l'unico parente
ancora in vita, che abitava nella stessa città: Roma, dopo poco
raggiunse il nipote, che gli spiegò quello che era accaduto.
La polizia analizzò attentamente la
situazione solamente nei giorni successivi, quando furono certi, che
nessuno della famiglia era ritornato o si era fatto vivo: “nessun
furto, nessun disordine, nonostante la testimonianza del ragazzo,
nessun cadavere, nessuna impronta estranea, nessuna traccia di
sangue. Il padre lavorava come direttore in una catena di negozi di
abbigliamento, la mamma casalinga, e la sorella studiava ancora
all'università, Giancarlo il più giovane, aveva sedici anni e
frequentava ancora il liceo.
Le indagini furono orientate sull'ambiente di lavoro del padre del giovane, tuttavia almeno apparentemente, non vi erano collegamenti, l'uomo era in buoni rapporti con tutti i colleghi, superiori o subalterni, non vi erano stati licenziamenti e nessun problema almeno negli ultimi 5 anni, era un direttore veramente competente e di grande spessore umano, molto stimato da tutti.
Sulle due donne non gravava alcun mistero, la loro vita era sotto la luce del sole, anche la ragazza, non aveva molte frequentazioni, studiava medicina con grande passione e entro due anni, avrebbe conseguito la laurea.
Come sempre accade in questi casi senza risoluzione, i sospetti si orientarono sul ragazzo, quando si scoprì che suo padre aveva stipulato una importante polizza sulla vita, di cui i beneficiari erano proprio lui e sua sorella, e poi anche sul fratello dell'uomo scomparso, che però aveva una situazione finanziaria florida e senza ombre ed un alibi a prova di bomba.
Tuttavia dopo molte indagini e colloqui, sia con Giancarlo che con lo zio, la polizia cominciò a defilarsi, ed i due dovettero ricorrere ad un investigatore privato molto bravo, per poter in qualche modo scoprire la verità.
Anche i giornalisti, nonostante
l'iniziale clamore, abbandonarono il campo, non vi era niente a cui
aggrapparsi, i coniugi e la sorella erano letteralmente spariti nel
nulla, senza lasciare alcuna traccia e se quei tre uomini visti da
Giancarlo esistevano realmente, erano dei veri professionisti.
2^ parte
Erano ormai trascorsi venti anni dalla
tragica vicenda che Giancarlo, ricordava, come fosse stato ieri, suo
zio purtroppo era morto in uno strano incidente, e lui era un
avvocato molto in vista nella sua città, un uomo quasi ricco, la
polizza assicurativa era stata incassata, da pochi anni, dopo la
dichiarazione di morte presunta dei suoi cari, qualcuno era convinto
che lui fosse coinvolto in quella sparizione, ma lui, grazie al cielo, sapeva di essere innocente, e di aver avuto fortuna, infatti se
fosse stato nell'appartamento, avrebbe fatto la stessa
fine della sua famiglia.
Non si era mai rassegnato, non aveva
mai abbandonato le ricerche e aveva assunto vari investigatori, che
purtroppo non avevano scoperto nulla.
Immaginava che i suoi fossero morti, ma
non aveva alcuna prova neppure di questo, dal momento che mai nessun
cadavere fu rinvenuto, forse esisteva una probabilità su un milione
che fossero ancora vivi e prigionieri ma di chi? E perchè?
Si chiese se alla fine, quel rapimento
non fosse stato solo un errore tragico, se quegli uomini avessero solo
sbagliato indirizzo e persone..
Congetture, solo un'infinità di
congetture, di ipotesi vuote senza alcuna logica e nesso, un
rompicapo senza soluzione, la polizia lo aveva capito dopo pochi
mesi, persino i giornalisti si erano disinteressati quasi subito del
caso, era rimasto un unico giocatore: lui, ma anche la sua
disperazione, la sua testardaggine e la sua vita piena solo del suo
lavoro: pochi amici, poche relazioni sentimentali fallimentari e
nessun desiderio di costruirsi una famiglia.
Fino a che accadde l'imponderabile, qualcosa di inaspettato ed imprevisto: la sparizione di un'altra famiglia con le stesse modalità, unica differenza non vi era alcun testimone, i genitori ed i due figli erano scomparsi senza lasciare alcuna traccia, l'appartamento in ordine, nessun parente.
Nessun motivo di scomparire, nessun nemico, tutto si stava ripetendo, con una unica differenza, in questo caso, alla fine delle indagini, non vi sarebbe stato qualcuno che grazie ai suoi profondi interessi affettivi, avrebbe continuato le ricerche, ebbene l'avrebbe fatto lui, ed i suoi investigatori.
E gli investigatori si concentrarono su eventuali relazioni, su qualche denominatore comune, anche se dopo venti anni era assai duro trovarne.
L'unica relazione tra i due casi era
proprio un'azienda fornitrice di materassi, letti e divani,
un'azienda la cui attività era iniziata circa sessanta anni prima.
Ebbene Giancarlo ricordò che suo padre aveva acquistato proprio un paio di giorni
prima e da quella stessa azienda dei bellissimi divani e questa
famiglia invece aveva acquistato un materasso matrimoniale. Poteva
significare veramente qualcosa? A distanza di venti lunghi anni?
Su questo piccolo indizio, gli investigatori, vollero
comunque fare delle ricerche su questa società, scoprirono che oltre
a commercializzare, produceva ed esportava i suoi prodotti anche
all'estero, nella compagine sociale, vi erano altre società, quasi
tutte non italiane, e qualche anomalia nella storia dei dipendenti
assunti, alcuni deceduti dopo pochi mesi dalla stessa assunzione,
quasi tutti per incidenti di auto.
Tutto casuale, sfortuna? O qualcosa di sospetto?
Le indagini furono veramente accanite, fino a
rilevare attività strane...a quel punto fu allertata la polizia,
che grazie ai cani, riuscirono a trovare sostanze stupefacenti
nascoste nei materassi e nei divani che stavano per essere esportati.
A distanza di venti anni qualcuno aveva
commesso nuovamente il tragico errore: quello di vendere un materasso
matrimoniale con all'interno parecchia droga (un valore enorme),
purtroppo se ne erano accorti in tempo avevano scambiato il
materasso e fatto sparire i poveri testimoni, che non si erano
nemmeno resi conto di nulla.
La stessa cosa era accaduta
alla sua famiglia, venti anni prima, il divano era stato sostituito, e i suoi genitori
e la sorella fatti sparire, non si erano accorti di lui, altrimenti
avrebbe fatto la stessa fine...
Giancarlo chiese per quale motivo la sostituzione non era stata fatta durante l'assenza della famiglia? la risposta fu: in casa vi era sempre qualcuno, inoltre dovevamo fare in fretta, per via dei tempi stretti di consegna all'estero.
Le persone erano state addormentate e trascinate via, la fine era stata indolore per le vittime, poi, non rimaneva nessun resto su cui piangere.
Giancarlo, invece pianse finalmente tutte le sue lacrime e poi disse alla polizia: "e tutto per un loro maledettissimo errore, spero che marciscano per sempre all'inferno."
Fine
Daniela,complimenti per la tua fantasia che si avvicina purtroppo di molto alla realta'che viviamo tutti i giorni.Un Saluto,Emilio
RispondiEliminaUn piccolo giallo, potrebbe accadere o è accaduto chissà.
RispondiEliminaciao