domenica 14 novembre 2021

La porta di pietra

 



"Il portale è da sempre aperto, puoi decidere di attraversarlo, o di rimanere qui sulla terra, fino a che il tuo destino te lo concederà,  è una tua scelta, nessuno può darti sicurezze, o farlo per te, nessuno può dirti cosa troverai dall'altra parte, forse tutto o forse nulla, devi assumerti il rischio.  Solo tu sai chi sei."

Il significato tradotto dall'aramaico, vergato in alto era questo,  Luigi , un archeologo, esperto in lingue antiche,  ed i  suoi tre amici,  si guardarono perplessi, quasi si vedeva un punto interrogativo stampato sulla loro fronte, si chiedevano se veramente quel portale alto 4 metri e largo 3,  fosse un passaggio per un altro mondo.

Il bello è che l'avevano trovato casualmente, mentre visitavano alcune grotte, in una zona montuosa della Polonia, il loro non era un viaggio di lavoro, o di ricerca, ma solo di piacere.

Luigi, cercò altri indizi, quelle parole erano incise profondamente nella pietra, e sembravano molto antiche, si chiese se non  fosse uno scherzo di un  buontempone, del resto quel portale era stato costruito in pietra, come si potesse passarvi attraverso, sempre che il tutto fosse vero, restava un mistero.

La sua grande curiosità, lo spinse a toccare quella pietra, che sembrò vibrare sotto le sue dita, ma non accadde altro. I suoi amici, nel frattempo,  scattarono diverse fotografie, ma erano certi che fosse solo una burla. Luigi non era dello stesso parere, decisero comunque di comune accordo di andare via.

Sulla via del ritorno, il silenzio, quella scritta, burla o no, meritava di essere maggiormente indagata, ma con più calma e con un'attrezzatura migliore.

Luigi, non si era mai interessato agli stargate  o portali,  l'unica documentazione che aveva avuto,  era quello dello Sri Lanka, che si trova nella città sacra di Anuradhapura, la terra dei re, tuttavia quella era una specie di mappa scolpita sulla pietra, con iscrizioni grafiche forse codici segreti per  accedere allo stargate, con 4 postazioni, come sedie, forse indicava che l'accesso era possibile solo per quattro persone per volta?

Il  suo portale invece, non aveva alcuna mappa o iscrizioni grafiche, tranne quella scritta in aramaico, avrebbe dovuto segnalarlo?  Il suo istinto lo ammoniva a non farlo.


Trascorsero due mesi, Luigi continuò a cercare risposte,  mentre i suoi tre amici invece non erano affatto interessati, Paolo 45 anni,  era un commercialista noto nella sua città Milano, separato senza figli, ormai da cinque anni, viveva con la sua nuova compagna,  Marco 40 anni, avvocato, il dongiovanni del gruppo, belloccio e sempre con una donna diversa, Giuseppe, 46 anni  impiegato, sposato e buon padre di famiglia, senza grilli per la testa, ed alla fine lui Luigi 43 anni, scapolo ed innamorato  solo del suo lavoro di archeologo, sempre in giro per il mondo, attualmente invece fermo da qualche mese nella sua amata città di Milano.

Decise quindi  di ripartire da solo, e  di ritornare in quel luogo, dove il portale sembrava attenderlo, stavolta,  grazie alla attrezzatura che aveva portato con se, comprese che quella incisione,  non poteva avere più di 2500 anni. Sulla pietra non vi erano grafici, mappe, indicazioni, o diavolerie particolari, per cui l'unica sua azione fu quella di accarezzarla, e chiederle in aramaico,  se fosse davvero un portale per un altro mondo....., ovviamente non ebbe risposta.

Il giorno dopo era nuovamente davanti al portale, si chiese se avrebbe mai avuto il coraggio di attraversarlo, nel caso fosse davvero una porta per altri mondi, si chiese se conosceva profondamente se stesso, forse sì, forse no, per quanto avesse fatto di tutto, per comprendersi, si considerava un mistero irrisolto.  Non aveva mai conosciuto i suoi genitori,  non aveva avuto neppure la curiosità di sapere chi fossero, non aveva mai desiderato formare una famiglia, sulla terra si era sempre sentito un ospite, aveva buone relazioni con tutti,  infatti non aveva mai litigato veramente con nessuno,  però l'unico interesse reale  nella sua vita, era il suo lavoro, ed ora si aggiungeva questo portale, che lo intrigava talmente tanto, da stargli  davanti in silenzio ad osservarlo per ore, nell'attesa di non si sa cosa.

Questo stato di cose, perdurò per molti giorni, davanti a quella porta di pietra, rifletteva, pensava all'universo, ad altri mondi, alla vita, ad un Dio, comprendeva che aveva vissuto solo per cercare antichità, ed aveva trascurato di apprezzare la bellezza della natura, l'amore, la compassione per gli altri, la sua  stessa anima, che senso avrebbe avuto passare in un altro mondo, senza aver sperimentato i doni più preziosi della vita? Forse era arrivato il momento di farlo, prima che fosse troppo tardi, o forse non era qui su questa terra per questo? 

 Ritornò in albergo, in tempo per cenare e poi andò nella sua camera a dormire.  Durante la notte, fece un sogno strano, il portale si illuminava di una luce azzurra, e diventava evanescente, lui coraggiosamente entrò in quella nebbia azzurra, camminò fino a raggiungere uno strano paese, dove le abitazioni erano legate a degli alberi giganteschi, ruscelli e prati di mille colori, un cielo azzurro e rosa meraviglioso, e tante persone vestite dei più disparati colori, che gli sorridevano e gli andavano incontro per dargli il benvenuto in aramaico....... purtroppo si svegliò improvvisamente e con delusione si rese conto di dove si trovasse veramente.

La mattina seguente, decise di ritornare a Milano, e di riprendere la sua attività, la sua ossessione per quel portale, stava trasformandosi in una malattia mentale, era meglio distaccarsene.

Nei giorni seguenti, fu accontentato, venne chiamato dal museo egiziano, per andare a dirigere degli scavi nel deserto, alla ricerca della tomba di un sacerdote vissuto ai tempi degli antichi egizi.

Salutò i suoi amici e partì per il nuovo incarico, ma fu tutto vano non ricavava più alcuna soddisfazione, dal cercare tombe antiche e anche se riuscì a portare a termine il suo lavoro, lo fece come se fosse un'altra persona. La sua mente ed il suo cuore restavano davanti a quella strana porta di pietra, comprese che il suo destino era altrove.

 Dopo qualche giorno, ritornò nuovamente davanti a quella strana porta di pietra, si accucciò come un povero mendicante alla parete, e si addormentò profondamente, quando si risvegliò era già sera inoltrata, ma non si rialzò,  restò in vigile attesa, in attesa di un segno, di un indizio, di un invito. Quando fu notte, accese la sua torcia, ma non se andò, aveva portato con se una bottiglia di acqua ed un panino, dopo essersi rifocillato, ritornò davanti alla porta e pose le sue mani sulla pietra, sentì una vibrazione fortissima, quasi insopportabile, sotto le sue dita, la parete si illuminò di una luce azzurra e si aprì, un vortice lo catturò, una sensazione orrenda come  di spezzarsi in mille pezzi, poi all'improvviso si ritrovò integro, al cospetto di quel paesaggio bellissimo, quel paese con i suoi abitanti vestiti di mille colori, sorridenti e luminosi, che gli andarono incontro e lo salutarono in aramaico, Luigi si chiese se stava ancora sognando, ma loro lo rassicurarono, dicendogli che stavolta non era un sogno, aveva oltrepassato il portale ed era sopravvissuto, e se avesse voluto sarebbe potuto rimanere con loro, all'inizio avrebbe dovuto abituarsi ad una nuova gravità, a nuove abitudini alimentari, nel loro mondo non esistevano malattie, guerre, sofferenze, solo l'amore per la vita, la gioia di vivere, e la morte era solo un nuovo viaggio per un altro mondo e loro lo sapevano e non la temevano, era una loro scelta. Luigi per la prima volta, fu felice, poi pensò ai suoi amici, come poteva avvertirli di essere riuscito ad oltrepassare il portale, i suoi nuovi compagni di viaggio, lessero nel suo pensiero e gli risposero che lo avrebbero dovuto intuire, se fosse tornato indietro, non sarebbe più potuto tornare nuovamente integro. 

Dieci giorni dopo, gli amici furono avvertiti dalla polizia del paese polacco, che il loro amico, non aveva fatto più ritorno nell'albergo dove pernottava,  aveva lasciato nella sua stanza molti effetti personali, lo avevano cercato invano, non avevano idea dove poterlo trovare.

Gli amici partirono, loro invece sapevano bene  dove andare, conoscevano perfettamente quale fosse la sua ossessione,  davanti al portale, trovarono la sua attrezzatura, una bottiglia di acqua vuota, il suo zaino e null'altro.

La porta di pietra era lì, solida come sempre, si chiesero se ce l'avesse fatta, se l'avesse oltrepassata veramente, in cuor loro speravano tanto di sì, l'intuito li confortò che ciò era veramente accaduto. Ma non ebbero alcuna curiosità, nè desiderio di oltrepassare la soglia, la loro vita era nel loro mondo.

Andarono poi, in albergo a prendere i suoi effetti personali ed a pagare il conto, la denuncia di scomparsa era stata già inoltrata dalla polizia polacca a quella italiana, mai e poi mai però confessarono il luogo dove il loro amico Luigi era scomparso.


2 commenti:

  1. Il Portale dell*Infinito.Una porta di pietra un velo di cristallo un respiro arcano un mondo sottile.Un flusso di energia,una scia di amore oltre il limite della vita fino a varcare il portale dell*Infinito.Complimenti per il tuo racconto.Emilio

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  2. Grazie Emilio, sono lieta che ti sia piaciuto

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