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mercoledì 16 ottobre 2013
Togliere i lucchetti al nostro cervello
Sapete cosa è la Prosopagnosia?, no, non è affatto una parolaccia, ma un deficit percettivo, che non permette ad una persona di riconoscere i volti di persone care o semplicemente conosciute.
Oltre il grave rischio di incolumità personale, (nel film " frammenti di un omicidio" ad esempio, una ragazza che aveva visto una persona uccidere, non era in grado di testimoniare ed era costantemente in pericolo, non sapendo quale volto avesse l'assassino), indubbiamente vi è un carico emozionale enorme, non riconoscere il padre, la madre, i fratelli, gli amici, o colleghi, penso sia devastante per chiunque.
Eppure proprio questa malattia, insieme ad altre dimostra, come la realtà che ci circonda possa essere diversa, quando il cervello, non ha facoltà percettive normali, o quando subisce delle irreparabili lesioni, oppure per colpa di un deficit poco conosciuto come questo, per fortuna abbastanza raro.
Già, il nostro cervello, reagisce a determinati segnali, visivi, uditivi, ingannarlo è molto facile, così convinto che tutto ciò che lo circonda sia una inossidabile realtà, mentre spesso la sua percezione è semplicemente una delle possibili percezioni. Basta verificare qualcosa con un potente microscopio e tutto ciò che appare solido, si trasforma in piccolissime parti unite l'una all'altra.
D'altra parte senza la sua perfetta collaborazione, vivere in questo mondo sarebbe piuttosto arduo, è evidente che lui è costituito per reagire a certi stimoli, e non ha la facoltà di vedere oltre...(tranne rare eccezioni).
Immaginiamo però, di poter utilizzare invece dell'ordinario 5% o 10%, un 20% o addirittura il 100% delle sue facoltà, cosa accadrebbe?
Quale sarebbe la nostra percezione? Cosa riusciremmo a vedere od udire?
Quali potenzialità si aprirebbero davanti a noi?
Come me, tante altre persone si chiedono questo, e si chiedono anche chi o cosa, abbia inserito i lucchetti nel nostro cervello, e per quale motivo, forse, per non vedere altri pezzi di realtà che ci chiarirebbero finalmente certe domande arcane, che da sempre ingombrano in nostri pensieri?
Forse aprire completamente, togliere i lucchetti al nostro cervello, ci permetterebbe di osservare qualcosa che qualcuno non desidera che vediamo? Un'altra parte di realtà? un mondo accanto completamente diverso? Forse quel qualcuno, non potrebbe più controllare il nostro vivere qui?
O forse è la nostra stessa evoluzione, che potrebbe permetterci di utilizzare il nostro cervello, nel giusto modo, al fine di non abusare di certi poteri, che potrebbero essere assai pericolosi?
Francamente non so dare una risposta esaustiva a questo quesito, e non credo di essere la sola, ma certo, siamo abituati talmente a non saper rispondere a certe domande, che alla fine le evitiamo, per risparmiarci un gran mal di testa...
Tuttavia penso sia necessario non arrendersi, e cercare di oltrepassare piano piano, questo limite inflitto o per il nostro bene, oppure chissà per quale altro oscuro motivo...., ognuno con le proprie piccole possibilità, e grande umiltà. Forse l'utilizzo del 100% del nostro cervello, non risolverebbe tutti i misteri dell'universo, ma qualcosa sicuramente cambierebbe.
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Daniela,hai come si suol dire messo ancora una volta il dito sulla piaga o meglio voglio dire che con il quesito che propone a tutti noi quest'articolo hai provato ad aprire in quella che è la nostra concezione della realtà che ci circonda un varco incredibile che potrebbe a mio avviso e non ho nessun timore ad affermarlo avvicinarci di molto a Dio o a colui che ci ha creato.Perchè anche io infatti sono molto propenso a credere che la capacità ridotta delle nostre facoltà cerebrali sia un fatto voluto a priori da quella che viene comunemente definita Energia Primaria o Creatore Divino e che questa entità l'ho abbia fatto volutamente per impedirci, almeno in questa esistenza terrena di venire a conoscenza di cose che vanno oltre la capacità di apprendere della nostra mente umana e anche con lo scopo d impedirci di diventare troppo simili a lui ma riservandosi in seguito quando la nostra essenza divina abbandonerà questa terra,di concederci la facoltà di arrivare a comprendere tutto ciò che oggi ci sembra incomprensibile e quindi ci verranno soltanto allora date finalmente le risposte alle grandi domande della nostra esistenza.Mi trovo comunque anche d'accordo sul fatto che l'uomo non deve certamente aspettare quel momento ma deve sempre cercare attraverso la sua Scienza e il suo infinito desiderio di conoscenza di sfruttare e possibilmente di ampliare il più possibile la capacità del suo cervello con lo scopo come dicevano i grandi filosofi dell'antichità di conoscere sè stesso e quindi di migliorarsi sempre per il bene dell'Umanità.Un Saluto,Emilio
RispondiEliminaIndubbiamente, anche se è una scelta molto personale, su cui nessuno può sindacare.
EliminaUn caro saluto.
Angie