domenica 13 febbraio 2022

Morte per cause naturali o sconosciute.

Che buon profumino, esclamò Giovanni,  affacciandosi alla cucina, mentre sua mamma armeggiava tra i fornelli,  cosa c'è per pranzo chiese curioso, la mamma sorridendo gli rispose : il tuo piatto preferito, pasta al forno......

Giovanni si svegliò di soprassalto, con quel buon odore nelle narici,  improvvisamente un nodo alla gola lo travolse, sua mamma era morta due anni prima, si, la pasta al forno era il suo piatto preferito,  ma solo quando lo preparava lei. 

Si alzò dal letto,  il dolore della perdita bruciava in lui, come se tutto fosse accaduto il giorno prima,  sua mamma era morta improvvisamente, aveva solo quarantacinque anni, e lui venti, i ricordi spaventosi e dolorosi riaffiorarono, l'aveva trovata proprio lui, al ritorno dall'università, seduta sul divano,  con la testa inclinata in avanti, in un primo tempo pensò che si fosse addormentata, poi la chiamò più volte, la scosse, lei restò inerte, con la disperazione nel cuore, chiamò subito soccorsi, che arrivarono in 10 minuti, solo per accertarne il decesso.  Poi per lui fu il buio assoluto, la polizia  iniziò le indagini, l'autopsia, non  rilevò la causa della morte, nonostante i migliori medici legali si fossero affannati per cercarla, tanto da trattenere il corpo,  per oltre un anno, poi finalmente il funerale, un funerale veloce, con la sua presenza e quella di pochissimi loro amici,  qualche collega, parenti? No, tutti già defunti, compreso suo padre, che non aveva neppure mai conosciuto.

Era sempre stata la sua adorata mamma ad occuparsi di lui,  con il suo amore, il suo lavoro, era lei il  capofamiglia,  il suo tutto, il suo mondo, il dolore per la perdita era atroce, unica consolazione, la sua situazione economica non era delle peggiori, il piccolo appartamento, nella periferia di Roma, era di sua proprietà, per fortuna, la sua mamma al momento dell'acquisto, lo aveva intestato direttamente a lui, e questo gli aveva permesso di non dover pagare l'onta sull'eredità,  qualche risparmio era in banca, purtroppo però proprio per questo, nelle prime settimane le indagini dei poliziotti, si erano concentrate esclusivamente su di lui, solo dopo l'esito della autopsia, lo avevano lasciato in pace ed amen.

Dopo sei  mesi, grazie all'aiuto di un suo amico, era riuscito anche a trovare un lavoro part time, presso un ristorante, che gli permetteva di frequentare i corsi di astronomia, la sua grande passione sin da piccolo. Una passione così grande, che difficilmente riusciva a condividere con altri, infatti,  nonostante la sua prestanza e simpatia, non aveva molti rapporti sociali, non aveva neppure una ragazza fissa, solo qualche amico di infanzia.

Doveva ringraziare quella sua passione, se era riuscito a mantenersi a galla, se non era sprofondato nella più nera depressione, Giovanni era certo che sua mamma fosse solo scomparsa da questa dimensione,  dal momento che  lui lo sapeva e ci credeva fermamente, nessuna energia muore, tutto è energia, la sua  passione era anche la  fisica quantistica. Cercava sua mamma in ogni ricordo, ma anche nei suoi stessi studi, nelle sue ricerche.


Inutile dire, che  dopo quel sogno, non riuscì più a prendere sonno, poco male si disse, questo era proprio il giorno di riposo, per cui poteva prendersela comoda. 

La sua mente non riusciva a distaccarsi dal ricordo di sua madre, ciò che lo aveva lasciato perplesso, era il fatto che nessuno fosse riuscito a trovare la vera causa nella morte, nessuna patologia, nessun guasto, nessuna sostanza fatale, lei era  perfettamente in salute e sana, tuttavia era morta. Lo prese una nostalgia terribile, gli mancava tanto da avere il cuore in gola, quanto avrebbe voluto riabbracciarla, sentire ancora la sua voce, invece gli rimanevano di lei  solo alcuni  video,  ma guardarli non lenivano per nulla il suo dolore, anzi.

Ripensò all'ultimo giorno di vita di sua mamma, lei era molto nervosa, tesa, distratta, le aveva chiesto se avesse problemi, ma non aveva ottenuto chiarimenti. Ricordava che quel terribile giorno, era in ferie dal suo amato lavoro, lei era una infermiera stimata da tutti, amorevole con i pazienti e sempre disponibile con i suoi colleghi, e superiori.

Stranissimo, sua mamma non aveva mai chiesto ferie straordinarie, forse si sentiva stanca, era esaurita?

Solo poche colleghe, lo avevano contattato, ne conosceva una che era particolarmente amica,  che era venuto a trovarlo a casa, ma quando le aveva chiesto se conoscesse il motivo per cui sua mamma aveva chiesto quella giornata di ferie, si era rabbuiata e gli aveva risposto di no, e poi non si era fatta più viva.  Lui era andato in clinica, (una clinica privata di Roma),  per verificare quali pratiche svolgere per entrare in possesso del TFR maturato durante gli anni di lavoro di sua mamma, il direttore sanitario gli aveva assicurato che non ci sarebbero stati problemi, gli aveva poi detto che gli dispiaceva moltissimo per sua madre, che stimava molto, tuttavia quell'uomo magro e spento, non gli era piaciuto per niente.

Quella giornata di riposo, fu il giorno dei ricordi, la morte di sua mamma era rimasta un vero mistero, ma si può morire senza alcuna causa apparente? Pareva di sì, tuttavia lui non era affatto convinto, ma chi poteva aver ucciso sua mamma? E come?


Mamma cosa stai facendo? Sua mamma lo guardò seria e gli chiese, vuoi davvero sapere perché sono morta? Giovanni rispose: "ma tu non sei morta", lei sorridendo disse : "certo qui per te sono ancora viva, ma tu ora stai sognando, insomma vuoi sapere cosa è accaduto realmente"? Giovanni le rispose :  "certo".  Sua madre sospirò, e disse : "guarda dentro le tasche del mio cappotto grigio, mi raccomando consegna subito tutto alla polizia. Ti voglio tanto bene".

Giovanni improvvisamente aprì gli occhi, con sorpresa, si rese conto che aveva nuovamente sognato, ma che strano sogno, sua mamma aveva davvero un cappotto grigio e lui non aveva provveduto a smaltire le sue cose, tutto era rimasto come quando lei era ancora viva.

Si alzò e andò nella camera della madre, aprì l'armadio, ed ecco appeso il cappotto grigio, frugò nelle tasche, in una trovò un fazzoletto che nascondeva qualcosa, era una fiala contenente un liquido verdastro, in un'altra invece un foglio senza alcuna intestazione, dove erano scritti dei nomi, e null'altro.

Cosa poteva significare? Doveva davvero consegnare quella roba alla polizia? La mattina lo fece, ma volle parlare con il responsabile della questura, al quale consegnò il tutto, ma non gli raccontò del sogno. L'uomo che aveva davanti, era di mezza età, senza capelli, e lo guardò dubbioso, ma gli assicurò che avrebbe fatto analizzare sia la fiala, che la lista dei nominativi riportata su quel foglio.

Passarono solo due giorni e lo stesso responsabile gli telefonò, dicendogli che quella fiala conteneva un veleno non presente in commercio, addirittura sconosciuto,  un veleno che riusciva a non lasciare alcuna traccia nelle vittime, e quei nominativi erano tutte persone decedute nella clinica privata, dove lavorava sua madre, probabilmente lei stessa era stata uccisa con quel veleno, per farla tacere.

Le indagini successivamente portarono a galla una storia d'orrore vera e propria, la maggioranza delle persone ricoverate erano persone in fase terminale, e dovevano essere accompagnate alla morte, alcune di loro senza famiglia e senza eredi, per pagare il loro ricovero, erano costrette a lasciare in eredità i loro beni alla stessa clinica, che si stava così, arricchendo in modo indegno. Sarebbe stato sufficiente attendere la loro morte naturale, tuttavia l'avidità del responsabile era talmente tanta, da voler anticipare il decesso di queste povere persone, ed aveva escogitato un metodo infallibile, un veleno che non lasciava traccia, in fondo erano malati terminali, per di più soli al mondo, chi avrebbe potuto mai sospettare?

Sua madre però, aveva sospettato eccome, ed era riuscita ad impossessarsi di quella fiala e aveva scritto lei stessa, quell'elenco di persone decedute, alcune delle quali senza eredi. Il suo errore era stato quello di non aver denunciato subito, di essersi presa una giornata di ferie per riflettere.  Qualcuno si era accorto del suo comportamento strano ed era andato a trovarla e l'aveva eliminata, con quel metodo infallibile, che non lascia alcuna traccia organica.

Scoprirono che il mandante era proprio il responsabile, il sicario per ora restava sconosciuto, ma l'avrebbero scoperto sicuramente, poiché era qualcuno molto vicino a lui, che l'aiutava materialmente in tutte le soppressioni forzate. Ma non si scoprì mai, la provenienza di quel terribile veleno, che metteva in scacco tutti i medici legali del mondo, che dovevano scrivere nei loro referti " morte per cause naturali o sconosciute ".

Giovanni sospirò, convinto che sua mamma fosse altrove e ancora ben viva, quel sogno non era forse la prova, che aveva comunicato con lui, da un diverso mondo?  Sperò con tutto il cuore di poterla sognare ancora, ancora ed ancora. Mamma cara ora avrai giustizia ed altre persone insieme a te, ma per quale motivo non sei andata subito alla polizia? 


PS

Ovviamente in questo racconto, ogni riferimento a cose, persone, e città è puramente casuale.......




6 commenti:

  1. Daniela,anche se il tuo racconto è ovviamente frutto di fantasia,io sono però fermamente convinto che anche nella realtà le persone che ci hanno voluto bene e che non sono più con noi usino il sogno come un mezzo per farci sapere che adesso sono in un altro luogo e che soprattutto ora sono felici.Io ho perso una settimana fa mia madre e dopo qualche giorno dalla sua scomparsa l*ho sognata e nel sogno non la vedevo però sentivo chiaramente la sua voce e quello che mi ha colpito di più è stata la serenità che in quel momento mi ha trasmesso come mi volesse comunicare che ora sta bene.Mi sono svegliato con gli occhi umidi di pianto ma con tanta pace e serenità nel cuore e sono certo che anche di là loro continuano a volerci sempre bene.L*Amore è più forte della Morte,noi non li vediamo più ma essi sono sempre vicino a noi e attendono con gioia il momento in cui torneremo di nuovo insieme e solo allora vivremo la vera vita che sfida la morte in un mondo di Luce e di Amore e immersi nello sguardo di Dio correremo felici sui verdi prati del Paradiso.Emilio

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  2. Emilio caro, mi dispiace molto per la tua mamma per la tua perdita, ma anche io penso che loro vivano in un altro mondo, nel mondo reale privo di perversità, che invece troviamo qui. La tua mamma sono certa si farà ancora sentire da te, fino a che non sarai in pace, perchè purtroppo noi, soffriamo comunque la loro mancanza vicino a noi.
    Ti sono vicina Emilio, so cosa significa perdere le persone che amiamo e non solo le persone. Un grande abbraccio

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  3. Daniela mi fa veramente piacere che condividi il mio pensiero e ti dico stai serena perché l*Amore che ci ha unito in questa vita continuerà a unirci anche nell*altra e comunque grazie dal profondo del mio cuore.Emilio

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    1. Grazie a te Emilio per la tua costante presenza, il dolore non si può cancellare, solo lenire. Basta pensare che siamo tutti di passaggio, prima o poi dovremo affrontare il viaggio più importante ed è normale avere paura, sia per noi che per chi amiamo.
      Un abbraccio grande.

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  4. Ciao Emilio. Ti giungano le mie più sentite condoglianze. Ho già, purtroppo, vissuto i tuoi momenti luttuosi. Siamo di passaggio, nulla è più naturale di questo

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  5. Grazie Valerio e forza e coraggio anche a te perché la vita non finisce certo con la morte perché un giorno li riabbracceremo tutti e quel giorno sarà una grande festa in Paradiso.Emilio

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