giovedì 3 febbraio 2022

Sogno angoscioso

 Correva a perdifiato, lungo una foresta oscura, non capiva come potesse essere capitata lì, non sapeva cosa le fosse accaduto, si voltò, no, nessuno la inseguiva, ma,  non sapeva come uscire da quel labirinto silenzioso, si fermò un attimo, era coperta solo da un pigiama di seta, aveva  tanto freddo, confusa si accorse di essere scalza. Riprese a camminare lentamente e poi si svegliò con il cuore che le batteva a mille.

Angela, si ritrovò nel suo letto,  agitata, inpaurita, quella specie di incubo ricorrente, la lasciava ogni volta madida di sudore e colma di interrogativi, possibile che la fine della sua relazione  con Marco, la avesse turbata così profondamente?  Eppure sapeva di non amarlo più, anzi non si amavano più da tempo, anche se nessuno dei due aveva avuto il coraggio di confessarlo, fino al momento in cui lei aveva scoperto che lui si vedeva con un'altra.

Dopo essersi calmata, si riaddormentò.

Il suono della sveglia la fece trasalire, ricordò l'incubo  e la sua ansia notturna,  si disse che se fosse successo ancora, sarebbe dovuta andare da un psicologo, si alzò, si fece una veloce doccia, si vestì e prese al volo un caffè.

La sua auto era parcheggiata sotto il fabbricato, erano le 8,00, sarebbe arrivata puntuale come sempre da vent'anni, entro circa un'ora.

Angela amava molto Firenze, era la città in cui era nata, ma odiava il suo traffico terribile, strano però quella mattina sembrava tutto molto tranquillo, tanto che giunse sul posto di lavoro, quasi mezz'ora prima. La fabbrica di materassi, nella quale svolgeva il suo ruolo di impiegata amministrativa, era una piccola azienda, quasi familiare, con titolare e pochi operai, lei era l'unica che svolgeva tutte le pratiche amministrative, commerciali, finanziarie, il suo capo aveva una fiducia illimitata in lei e francamente se la meritava tutta, sia per la bravura, che per l'onestà e l'impegno, tanto da pagarla davvero bene.

La giornata trascorse come al solito, senza troppi intoppi, e alle 19 salutò il titolare, e si tuffò nel traffico, per ritornare a casa.

 Lei Angela, una donna di circa cinquantanni, bionda, carina, non sposata, i genitori defunti da qualche anno, senza fratelli e sorelle, con qualche  sporadica amica,  ovviamente sposata, dopo la fine della sua relazione, insomma era praticamente sola, la sua vita si svolgeva tra casa ed azienda, e per lei, il fine settimana, senza il lavoro, era un vero strazio.

Si sarebbe dovuta abituare a quell'esistenza grigia e monotona, ora che Marco aveva un'altra vita, erano comunque rimasti in buoni rapporti,  lui si sentiva in colpa, per non essere stato leale, e si preoccupava molto per la sua ex, le voleva comunque molto bene, come ad un'amica di lunga data, e per Angela in fondo era lo stesso, il suo tradimento, non l'aveva dilaniata, le mancava  solo la sua compagnia, la sua rassicurante presenza. 

Angela giunta nel suo appartamento, si preparò la cena e poi accese il televisore, nulla di interessante, sempre le stesse cose noiose, film noiosi e visti e rivisti, alle 22 era già a letto.

Ma non riuscì a dormire subito, si sentiva in prigione, si sentiva chiusa in una morsa senza via d'uscita, senza alcun desiderio, neppure quello di cercarsi un nuovo compagno, o magari fare un viaggio, nulla di nulla.

Correva nuovamente,  in quella foresta intricata ed oscura,  senza meta senza orientamento, con il cuore in gola, spaventata, sempre con quel suo pigiama di seta, scalza, poi si fermò, non c'era nessun nemico che la inseguiva, solo una terribile solitudine e tanto buio, riprese a camminare lentamente e come le capitava ormai da tempo si svegliò, con l'angoscia nel cuore.

Tuttavia era ormai un'angoscia più controllata,  il battito del suo cuore era quasi normale, comprendeva che quel sogno era la perfetta corrispondenza di come si sentiva nella sua anima. Non c'era alcun bisogno di andare da un'analista, lei aveva paura del futuro e della solitudine, si sentiva senza alcuna risorsa, senza alcun motivo per vivere, ma in fondo chi diavolo era lei, solo Angela o qualcosa di più? Chi o cosa era realmente? Queste domande se le era fatte più volte, nel corso della sua vita,  però non aveva mai saputo rispondersi, non riusciva a capire, quale fosse il senso della sua vita,  non era di certo l'unica, ma ogni volta si era rassegnata, si era lasciata trasportare dagli eventi. Stavolta non era più possibile rinviare, doveva scoprire la verità, cosa si nascondeva sotto quella maschera, sotto quella sua pelle e quelle sue ossa, il nulla o qualcosa altro?,  e poi i suoi genitori esistevano ancora al di là del suo cuore?

Altri mesi trascorsero fino all'inizio dell'estate, i sogni erano sempre agitati, oscuri, ma la sua ansia abbastanza controllata,  nel suo tempo libero leggeva molto, aveva comprato libri molto interessanti, inconsueti, autori che trattavano di nde, di fisica quantistica, di ogni argomento insolito, almeno per lei, e si era appassionata sinceramente, caparbiamente. Con la stagione calda, quasi ogni fine settimana aveva iniziato a viaggiare, e aveva riscoperto la bellezza della natura, un sottile calore aveva riempito il suo cuore, nell'osservare un tramonto, o il sorgere del sole, la luna, la vita. Il suo viso era disteso, i suoi occhi verdi più lucenti, più vivi. Anche incontrare persone sconosciute era diventato un piacevole diversivo, non si vergognava più di essere sola, in realtà non si sentiva più sola, ma quasi accompagnata da una misteriosa melodia, che  suonava le sue note solo per lei.

I suoi sogni erano molto diversi, ora la foresta in cui correva era rischiarata dal sole, e lei si sentiva parte di quel bellissimo paesaggio, sapeva dove andare, non aveva paura ed era vestita in modo sportivo, e non più scalza.  Non si svegliava più all'improvviso, ricordava i sogni la mattina quando la sveglia suonava, con un piacevole stupore.

Aveva trovato un piacevole rapporto con la sua parte più misteriosa, stava bene con se stessa e se capitava anche con gli altri, tuttavia era cosciente che la strada da percorrere era ancora molto lunga, prima di poter comprendere pienamente, ma non aveva fretta, attendeva pazientemente che i fiori sbocciassero gradualmente, restava in attesa, poichè intuiva che quel miracoloso sconosciuto essere che era in lei, voleva farsi conoscere senza causarle traumi, di volta in volta, quando sarebbe stata pronta, le avrebbe mostrato un altro mondo, un mondo dove non esiste la solitudine, dove la gioia e l'amore sono le componenti essenziali.  Più tardi Angela, avrebbe scoperto che quell'Essere era comunque lei, senza più i limiti del tempo e dello spazio, la loro non era una vera separazione, restava sempre un unico Essere che viveva in due dimensioni differenti,  il senso della vita, di ogni vita,  è ritrovare la comunicazione cosciente con il proprio Essere, e tutto può servire, anche uno strano angoscioso sogno ricorrente, che ti avverte che ti stai allontanando troppo, che sei scivolato tra le spire di una prigione,  creata semplicemente da te, qui.



1 commento:

  1. I sogni sono lo specchio dell*Anima e tutto ciò che sogniamo ha origine nel profondo di noi stessi e nasce come tutto ciò che esiste dalla nostra connessione divina con l*Assoluto.Emilio

    RispondiElimina