sabato 31 ottobre 2015

Una speranza per chi soffre di alzheimer







Notizia davvero molto interessante, Fonte: la rivista Vojager di questo mese, pare che un team di scienziati e ricercatori della University of Southern California e del Wake Forest Baptist Medical Centre di Winston-Salem nel North Carolina, abbiano realizzato un nuovo impianto protesico, il primo al mondo, in grado di memorizzare i ricordi. 

Funzionerebbe grazie a degli elettrodi impiantati nel cervello ed a un algoritmo informatico in grado di imitare i segnali elettrici, che il cervello utilizza per trasformare i ricordi a breve termine in permanenti.

Chi soffre di malattie neuro-degenerative come l'alzheimer, presto potrebbe ricevere un grosso aiuto, da questa scoperta.

Per ora però, pare sia stato testato con successo, solo su scimmie e topi...

Il progetto è stato finanziato dalla Darpa, la Defence Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti, esso permetterebbe ai segnali elettrici del cervello di bypassare le aree danneggiate dell'ippocampo, il centro della memoria dove sono immagazzinati i ricordi.


Perché questa notizia è importante? E da divulgare? Perché esistono veramente tanti anziani con problemi degenerativi, che perdono la cognizione dello spazio e del tempo, i ricordi a breve termine, necessari per poter vivere in modo indipendente.  Ma ci sono anche persone giovani, con problemi diversi..., che potrebbero trarne beneficio.

Purtroppo la ricerca non è stata testata sugli umani, e quindi questo aiuto, non potrà essere immediato, ecco speriamo che presto possa essere a disposizione del mondo, a prezzi accessibili.....per tutti.

Questa nuova scoperta, potrebbe davvero rendere la vita di alcune persone più accettabile? nonostante essa non sia di natura biologica?

Penso,  che la tecnologia non debba essere  mai demonizzata, ma soltanto ben indirizzata, come in questo caso.



6 commenti:

  1. Una notizia effettivamente di un importanza veramente eccezionale e speriamo che la sperimentazione sull'essere umano sia positiva perchè ciò significherebbe restituire ai nostri cari che soffrono di questa grave patologia la facoltà di ritrovare nella loro mente i ricordi di una vita.E già questo non sarebbe una cosa di poco conto anche per il semplice fatto che la cosiddetta fase della Senilità come la definiva lo scrittore Italo Svevo in un suo famoso romanzo del Novecento è un problema che prima o poi ci riguarderà tutti o almeno quelli di noi che riusciranno a raggiungerla.E quindi sono totalmente d'accordo con Daniela,la Tecnologia non deve essere mai demonizzata,ma soltanto ben indirizzata e in maniera particolare come in questo caso per portare a risultati eccezionali e a un miglioramento qualitativo della vita di tutti noi,nessuno escluso.Emilio

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    1. Esatto, Emilio ...pienamente in linea, presto domani ci sarà l'articolo di Irene. non perderlo...
      Un abbraccio

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  2. Ciao mitica Angielina, L'articolo è solo in apparenza non in linea con altri di fattura mysteryca. Speriamo che l'antica battaglia dei neuroni con l'Alzheimer abbia una pace definitiva. Come non essere d'accordo poi con quanto affermi: "penso, che la tecnologia non debba mai essere demonizzata, ma soltanto ben indirizzata". Aggiungerei solo più umanizzata.

    Parafrasando Borges (che copiò Cicerone...) si può dire che il cervello umano tra le infinite costruzioni di pensiero possibili, ha già potenzialmente in sè (da sfruttare) ogni risposta agli interrogativi umani e, forse (perchè no) anche la Parola Nascosta di un Dio, la Formula Segreta della Natura.

    Se ci si pensa bene potrebbe non essere una esagerazione, sapendo che il cervello è formato (tra l'altro) da più di 100 miliardi di cellule neuroniche, che una sola di queste ha oltre 10.000 sinapsi (connessioni) in grado di concatenare tutte le altre cellule in un andirivieni continuo di segnali codificatosi in miliardi di microimpulsi elettrici, un passaparola neuronale incredibile, esponenzialmente paragonabile ad un'infinita costruzione geometrica mentale.

    In una punto di spillo cerebrale brulica un miliardo di possibili connessioni e, per riuscire a contare i loro multipli scambi occorrerebbero milioni di anni. Riuscire a visualizzare su un display l'attività elettrica di un cervello mentre pensa, è fantastico. Consentimi cara Daniela di spostarmi sull'aspetto più mysteryoso del cervello (quello che mi piace di più...) l'autoconsapevolezza, che NON risiede in un cumulo di molecole e meno ancora tra le "folgori" elettromagnetiche delle sinapsi neuroniche.

    Perchè è pur vero che se anche colpita dal morbo dell'Alzheimer, una persona, con i circuiti della memoria distrutti, mantiene intatta la coscienza di se stesso, sorprendendosi a volte del proprio stato, come se questo fosse un "doppio". Chi e che cosa è il nostro vero "IO" ? E' un campo di pura energia a se stante? A questa doverosa domanda si può solamente rispondere se si suppone che la coscienza debba per forza essere una proprietà fisica (seppur infinintesimale) dell'Universo, come lo spazio-tempo in cui siamo immersi. l'"IO" è dunque indipendente del pur fantastico cervello e le innumerevoli testimonianze di NDE sembrano confermarlo.
    Un salutone
    Malles

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    1. Perfettamente d'accordo su un livello, che va oltre ogni apparenza..., siamo immersi in questo spazio-tempo, stavo pensando proprio a questo....oggi...

      E forse come il cordone d'argento ci lega al corpo, nello stesso modo un cordone d'0ro ci lega a quell'infinito, apparteniamo, e che vogliamo ritrovare anche qui...., che forse vorremmo condurre qui...

      Un abbraccio immenso...

      Domani pubblicherò l'articolo di Irene "sognatori"

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  3. Si Daniela,anche a mio parere deve essere sicuramente così come tu sostieni e cerco di spiegare meglio cosa intendo dire,secondo il mio modesto punto di vista, Colui che ci ha creato non ci ha mai abbandonato completamente ma ha lasciato invece dentro ognuno di noi,nessuno escluso e quindi anche negli altri esseri viventi un qualcosa di Lui,quella che io amo definire la sua impronta d'Amore e un giorno quando tutti moriremo sarà proprio questo qualcosa che ci consentirà di tornare a quell'Infinito dal quale proveniamo e non solo ma secondo me ci consentirà di vedere finalmente il volto del nostro Creatore.Ovviamente e credo sia chiaro la mia è solo un ipotesi che nasce dalla mia consapevolezza interiore che non ha nessun riscontro e nessuna conferma dalla Scienza Umana che a mio parere proprio perchè è Umana non riuscirà mai a spiegare il Divino.Un abbraccio immenso anche a te e attendo con ansia l'articolo di Irene.Emilio

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    1. Come ognuno di noi, Emilio, nessuno umanamente ha certezza su nulla, la scienza arriva fino ad un certo punto, solo Lui quello vero, può andare oltre...

      Ciao grazie a domani...

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