lunedì 31 maggio 2010

Il mistero della stanza 46



La storia che oggi vi racconterò, non si può definire fantastica, perchè una persona l'ha vissuta realmente, ma i luoghi ed i nomi, sono solo casuali.

Circa dieci anni fa, uno stimato psichiatra Aldo G., si recò a Bologna per una conferenza della durata di tre giorni. Non avendo prenotato, una volta giunto a Bologna, ebbe la sgradita sorpresa di trovare vari hotel al completo, fino a che, finalmente, presso un albergo, riuscì a farsi assegnare con molta difficoltà una stanza, la numero 46, l'unica rimasta libera. Infatti la camera era stata chiusa per degli strani inconvenienti.

Dopo essere stato accompagnato nella sua camera, mentre la cameriera provvedeva a sistemarla, scese nel salone, dove molti altri clienti stavano già cenando.

Dopo un'ora rientrò, si spogliò, si mise a letto, accese la televisione e senza accorgersene, vinto dalla stanchezza, si addormentò.

Si svegliò all'improvviso, nel cuore della notte, tutto intirizzito dal freddo, si alzò e controllò che non vi fossero finestre aperte, nulla tutto a posto, ma quel gelo era del tutto innaturale, il termostato segnava una temperatura normale. Riprovò a dormire, ma i brividi erano tanto intensi, che decise di rivestirsi e scendere, appena vide il portiere di notte, gli riferì l'accaduto, l'uomo si meravigliò molto e chiese quale fosse la stanza, Aldo rispose la 46... il portiere esclamò:"santo cielo l'hanno riaperta? ora mi spiego perchè mancava la chiave", "signore non l'hanno avvertita che quella camera presenta degli strani inconvenienti?" Aldo rispose di sì, ma che non immaginava che il rischio fosse il congelamento.

Dopo un'ora, il portiere lo accompagnò, e nella stanza sembrava essere ritornata, una temperatura normale, per cui Aldo senza tante storie lo ringraziò e si coricò.
La mattina si svegliò di buon'ora, fece la doccia e andò alla conferenza.

La seconda notte, nella medesima ora, si svegliò per il gran freddo, mentre si stava alzando, vide una figura nebulosa, seduta sulla poltrona davanti alla scrivania, Aldo, un uomo con i nervi saldi, cercò di capire, cosa potesse essere quella strana sagoma trasparente, un fantasma? un illusione ottica? questa volta invece di scendere, chiamò telefonicamente il portiere, che accorse velocemente, e disse: questo è il secondo grave inconveniente, nessuno sa spiegare cosa possa essere, meno male che lei non ha paura, tutti gli altri clienti, fuggirono letteralmente a gambe levate, per questo motivo la stanza fu chiusa.

Aldo, continuava ad avere freddo, ma era anche molto incuriosito da quello strano fenomeno, desiderava solo capire e svelare quel mistero,
si avvicinò alla forma, e cercò di toccarla, in fondo era solo aria, il portiere che se ne stava in disparte, lo informò che molto più raramente si manifestava anche il fenomeno del "sangue", che appariva sulle lenzuola, sul pavimento, per poi sparire poco dopo senza lasciare alcuna traccia.

Pur scettico e pragmatico, Aldo domandò se in quella stanza fosse accaduto qualcosa, e l'uomo dopo un breve silenzio, rispose, che dieci anni prima in quella stessa stanza, un uomo aveva ucciso la sua amante e poi si era suicidato. In effetti tutti quei fenomeni erano iniziati dopo il tragico evento. Il caso fu archiviato molto in fretta, perchè il marito della donna era un'affarista molto in vista ed influente.

Successivamente, dopo essere tornato a casa, Aldo volle informarsi meglio sul fatto di sangue avvenuto in quell'albergo. La notizia dell' omicidio e del suicidio, era stata riportata brevemente su un giornale locale, senza l'indicazione dei cognomi, qualcuno aveva provveduto ad occultare la vicenda, ma una cosa strana era emersa anche in quelle poche righe, non era stata trovata nella camera, l'arma con la quale l'uomo si era suicidato...come era possibile? Tutto insabbiato, nessuna giustizia, per quanto scettico, si domandò, se tutte quelle manifestazioni nella stanza, non fossero una richiesta di aiuto da parte di quell'uomo, forse ingiustamente accusato di un omicidio e di un suicidio mai commesso.

Chissà per quale motivo, lo fece, ma Aldo grazie alla sua bravura di psichiatra, aveva delle conoscenze molto importanti, grazie a quelle, il caso fu riaperto, e finalmente, si scoprì la verità....il vero assassino era un sicario, pagato dal marito della donna uccisa, la pistola non ritrovata, era stato un suo madornale errore, infatti all'ultimo momento si era reso conto che la pistola con la quale aveva sparato, non era quella che si era procurato, ma proprio la sua, regolarmente registrata. Giustizia fu fatta a distanza di dieci anni.


Ormai nella stanza numero 46 tutto è tornato normale, anzi, quando Aldo vi tornò nuovamente, aleggiava un intenso profumo imprecisato, e all'improvviso un bellissimo arcobaleno di luci, si accese per un attimo solo per lui.

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