lunedì 19 luglio 2010

Segnali extraterrestri? di Marconi?




Eccomi di nuovo con voi, per eticità ed il rispetto dovuto, anche se l'articolo è stato comunque di dominio pubblico, voi continuerete a leggere un'altra parte dell'articolo di Sebastiano Fusco, e vi garantisco che è molto, molto interessante, anche a distanza di qualche anno.


Egli infatti così prosegue:


Se Tesla era convinto di aver captato segnali radio extraterrestri, aveva buone ragioni dalla sua, perchè in quel momento Guglielmo Marconi riusciva ad inviare i suoi fievoli segnali radio, soltanto a un'ottantina di chilometri di distanza, mentre sarebbe stato soltanto a due anni dagli esperimenti compiuti da Tesla a Colorado Springs, che il ricercatore italiano avrebbe finalmente coronato i suoi sforzi facendo varcare l'Atlantico alla lettera "S", in maniera radiotelegraficamente intellegibile.
I suoi apparecchi sosteneva Tesla, avevano captato una emissione caratterizzata da una precisa periodicità, da un preciso ritmo, estranei invece alle naturali radiazioni dei corpi celesti, come ormai sappiamo dopo lunghi anni di ricerche.
Ed è un fatto accertato che la periodicità dei segnali di risposta e l'evidente prontezza con la quale avevano seguito le folgori artificiali di Tesla, non hanno mai più trovato uguale, negli esperimenti di tale natura, sino ai giorni nostri.


Aggiungo io: questa ultima affermazione è molto importante, nessuno ancora oggi, può dimostrare che il pensiero di Tesla, fosse un clamoroso errore.


In ogni caso, mentre nel suo superlaboratorio isolato del Colorado, Tesla bombardava lo spazio con i suoi lampi artificiali, il giovane Marconi batteva il tasto la sua storica lettera "V", che finalmente i suoi collaboratori riuscivano a captare a ottanta chilometri di distanza.
Nel 1912 Marconi riferiva poi di aver ricevuto a bordo del suo Yacht in navigazione nel Mediterraneo dei radiosegnali inconsueti e non identificabili. Come già Tesla 22 anni prima, anche Marconi rimaneva colpito dalla periodicità non naturale di quelle emissioni radio sconosciute. Autorizzava quindi il proprio rappresentante a Londra a dichiarare che l'inventore italiano interpretava quei segnali come appartenenti ad un alfabeto del quale aveva saputo riconoscere la lettera "V" del suo stesso codice.


Tutto questo condusse nel 1924 ad un esperimento sconcertante. Il governo degli Stati Uniti propose ed ottenne che tutti i paesi dotati di trasmettitori radio ad alta potenza tenessero i loro apparecchi spenti per 5 minuti ogni ora, dalle 22,50 del 21 agosto alle 23,50 del giorno successivo. Quelle date in particolare erano state scelte in quanto corrispondevano a uno dei periodi di massima vicinanza tra Marte e la Terra. Lo scopo era quello di captare eventuali segnalazioni provenienti dallo spazio senza rischiare di confonderle con le normali trasmissioni.
A Washington era pronta una stazione di ascolto, attrezzata anche in modo da tradurre in immagini gli impulsi registrati, secondo la tecnica impiegata per le radiofoto.


Incredibile a dirsi si ottennero dei risultati.
Strani segnali causarono lampi di luce impiegati per impressionare nove metri di pellicola. Il film "marziano" come fu poi soprannominato dalla stampa, dopo essere stato sviluppato con ogni cautela, rivelò una serie indecifrabile di linee e punti, nonchè un gruppo di segni simili a caricature di volti umani schizzati rozzamente. Nessuno riuscì a interpretarlo come messaggio coordinato, malgrado tutti i tentativi di decifrazione. Oggi lo spezzone esiste ancora ed è custodito, come un singolare cimelio, presso la divisione radio del bureau of standards americano.
Ecco come ne riferì il quotidiano "New York Times" : "sviluppato un film fotografico impressionato da segnali radio per la durata di ventinove ore, nel periodo in cui Marte era più vicino alla terra. Ma il mistero dei punti e dei tratti che gli operatori di potenti stazioni ampiamente distanziate tra loro hanno denunciato di aver ricevuto risulta più profondo che mai.
"Mentre su uno dei margini del film...spiccano in bianco e nero e scanditi con regolarità, sul margine opposto i punti e i tratti risultano in strani grovigli, quasi periodicamente distanziati tra loro, ciascuno dei quali è un abbozzo del volto umano."
Gli scienziati che presero in esame lo straordinario nastro sensibile sul quale i segnali radio avevano tracciato "un abbozzo del volto umano", rimasero sconcertati dalla piega presa dagli eventi, tanto più che l'inventore dell'apparecchio ricevente, non sapeva neppure immaginare in quale modo si dovessero trasmettere i punti e le linee per ottenere un risultato del genere.


L'ultimo pezzo degno di grande attenzione è il seguente:


Questo ci porta, in conclusione ad un altro aspetto di tutta questa singolare questione: si contano 22 anni tra il 1924 anno nel quale si tenta di captare segnali provenienti dallo spazio, e il 1946, l'anno in cui gli UFO, sciamarono in massa sulla terra, sorvolando in particolare l'America, l'Inghilterra e l'Italia: proprio le nazioni dalle quali operarono sia il geniale Tesla che Guglielmo Marconi.
Si potrà parlare di coincidenza anche qui; ma si tratta di una "coincidenza" così interessante da meritare un'attenta considerazione.


Bene, l'articolo del bravissimo Sebastiano Fusco è terminato, e non credo ci sia molto da aggiungere, ad esclusione che questa sua ultima riflessione, non può non indurre in altrettanta riflessione, proprio per questo motivo, ho riportato fedelmente la sua scrittura, non è frutto del mio lavoro questo articolo, ma è così importante e degno di nota che ho ritenuto giusto, per chi ancora non avesse queste conoscenze, che potesse acquisirle, perchè? perchè se ancora oggi, gli Ufo sorvolano il nostro pianeta, la causa potrebbe essere stata proprio questo storico richiamo, forse grazie a due uomini geniali come Tesla e Marconi, gli extraterrestri ritennero che fosse giusto, conoscerci, indubbiamente tali segnali potrebbero aver richiamato alieni di varia natura, pacifici e amorevoli, o freddi ricercatori e sfruttatori,....ma questa storia, è oggi il nostro presente, con mille misteri in più, e molto, molto materiale, sapientemente occultato, alla maggior parte dell'umanità.

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