domenica 27 marzo 2011

Casa dolce casa l'orrendo inquilino.

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Finalmente, pensò Leon, possiedo la mia casa, certo dovrò pagare il mutuo per vent'anni, ma almeno è mia.
Il trasloco era stato fissato per la settimana dopo, ma lui non resisteva  più al desiderio di poter abitare nel suo bellissimo appartamento.


Due settimane dopo, l'appartamento era stato sigillato dalla polizia. Leon era stato assassinato proprio lì da qualcosa e nessuno era riuscito a capire a che razza appartenesse il suo orrendo assassino.


Era stato trovato da suo fratello Marcello, che preoccupato dalla sua assenza dal lavoro era andato a trovarlo.
L'appartamento era in ordine,  ad esclusione della camera dove Leon era stato letteralmente massacrato.


In un primo tempo la polizia aveva pensato ad un animale feroce, ma poi l'autopsia, aveva rilevato che le impronte non appartenevano ad alcun animale fino allora conosciuto.


Gli inquirenti avevano proibito ai giornali la pubblicazione di notizie precise, per non seminare il panico, ma anche loro erano allarmati e spaventati.


Dal canto loro I familiari del giovane Leon, volevano capire perchè il loro caro fosse morto e soprattutto di cosa e tenerli a bada fu estenuante.


Passarono molti mesi e nonostante i più importanti studiosi di antropologia e di fauna, fossero stati chiamati in causa, nessuno di loro era riuscito a stabilire a cosa appartenessero quelle orrende unghiate che avevano ridotto a brandelli il corpo di Leon.


Nell'appartamento non erano state trovate altre tracce, orme, impronte digitali di esseri umani ad esclusione di Leon.


I poliziotti erano nel buio e nel panico più assoluto.


Purtroppo la vita deve per forza andare avanti, ed il fratello di Leon, dopo circa un anno dalla morte del fratello, riuscì a vendere l'appartamento ad una giovane signora straniera, chiaramente all'oscuro di tutto e  coprì così il debito del mutuo, donò la somma rimanente ad una associazione benefica.


La signora in questione si chiamava Denise, e per qualche mese visse tranquilla e felice nel suo nuovo appartamentino.
Una notte però Denise, fu svegliata all'improvviso, da un ringhio terribile, spaventatissima si alzò per cercare di capire da dove provenisse quel terribile rumore, non riuscì però a vedere nulla. Cercò di dormire, ma l'ansia e la paura non le fecero più chiudere gli occhi.


Qualche giorno dopo, quando si era ormai tranquillizzata,  mentre stava pulendo la casa, udì nuovamente un ringhio spaventoso, all'interno del salotto,  e il rumore di un respiro affannoso e disumano, che sembrava non cessare mai, spaventatissima suonò alla porta del suo sconosciuto vicino di casa, che le aprì la porta, ma si rifiutò di seguirla,  le disse solo: signora se fossi in lei non rimarrei in quell'appartamento un attimo di più, ma non sa che lì circa un anno fa, è stato commesso un orrendo delitto mai risolto?


No, Denise non lo sapeva, e quando fu informata  del fatto che un uomo era stato ucciso da qualcosa di sconosciuto, all'inizio si sentì cadere il cuore, ma subito dopo chiamò  la polizia e raccontò agli inquirenti ciò che le era accaduto. Ma la polizia in questi casi come si comporta? all'esterno dell'appartamento non vi era  nessun traccia ed il ringhio disumano non si fece certo sentire in loro presenza. Denise comprese che quel delitto, aveva origini molto misteriose, ed il mistero era proprio la sua passione.  Chiamò in soccorso un suo amico, Alex,  uno studioso di fenomenologie inconsuete, legate alla ufologia ed al paranormale, avvertendolo che il rischio in questo caso era altissimo.


Per giorni e giorni non accadde più nulla,  finalmente una notte, si udì nuovamente il terribile ringhio, stavolta Denise non era sola, Alex era con lei e anche lui lo sentì benissimo.
Per mezzo di un'apparecchio elettromagnetico ultrasensibile, rilevò una presenza nel salotto, registrò quell'urlo disumano e grazie al computer,  vide i contorni di una figura mostruosa, simile ad un rettile enorme, munito di artigli terribili.  Alex restò senza fiato, ma cercò di capire ugualmente cosa stava accadendo, forse esisteva un piccolo varco multidimensionale? ma come si era creato? Perchè proprio in quell'appartamento?  L'unica certezza, visto ciò che era accaduto all'altro inquilino, era che il luogo non era affatto sicuro, e che era meglio andarsene almeno per il momento, infatti  nel frattempo le urla  terribili stavano aumentando.


Nel cuore della notte Alex e Denise fuggirono con il cuore in gola, meno male che le chiavi dell'auto,  Alex le avesse in tasca e così anche il suo portafoglio.


Rientrare in casa il giorno dopo, non fu affatto facile, il computer e tutte le attrezzature erano ancora accese, ma nel salotto non si udiva più nulla.


Alex, consigliò a Denise di prendere il minimo necessario, e di andare ad abitare almeno provvisoriamente da lui, fino a che il mistero non fosse stato risolto, intanto aveva informato altri colleghi di ciò che stava accadendo in quella casa,  lo avrebbero aiutato a risolvere il caso.


Ma nonostante mille ricerche e tanti tentativi di risolvere la questione, Alex ed i suoi colleghi, sono ancora in alto mare e stanno studiando questo fenomeno assai inquietante, ormai l'appartamento si è trasformato in  un centro di ricerca, dove registrano, fotografano, sperimentano,  già, per vostra giusta informazione l'orrendo inquilino non se ne vuole proprio andare, per lui ormai quella è la sua dolce casa che non vuole dividere e cedere a nessuno.


Casa dolce casa

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