domenica 6 settembre 2009

l'ultimo fiore di primavera



Che magnifica e terribile primavera quell’anno, l’incontro con l’amore della sua vita, ma la perdita di suo padre l’altro suo grande amore, dopo due anni precisi, ancora non riusciva a superare la sua struggente mancanza.

Carla ricordò tutti gli anni vissuti con lui, la sua abilità a farle da padre e da madre, già la madre che non aveva quasi conosciuto, che se ne era andata, perché non voleva sacrificare la sua vita ad un errore di percorso, non l’aveva incontrata neppure al funerale di suo padre, solo un telegramma “ infinite condoglianze “ ed il suo nome, un nome famoso, noto. Lei non l’aveva mai cercata, né l’avrebbe mai fatto, ma il destino è beffardo, e non perdona, pochi giorni prima aveva ricevuto un telegramma da un notaio, che la invitava nel suo ufficio, che la informava che la madre era morta senza altri eredi.

Il patrimonio da ereditare era davvero ingente, Carla, era indecisa se accettarlo o no, in fondo per lei sua madre era una perfetta sconosciuta, sapeva che se ne era andata vinta da una malattia orribile, ma per lei in quel momento, non sentiva nessuna pietà.

Entrare nella sua splendida villa, la lasciava indifferente, tutti gli oggetti preziosi, la facevano sentire ancora più lontana, doveva ammettere però che era stata una bellissima donna, elegante e raffinata, ed un’artista splendida, le era sempre piaciuto il suo modo di recitare, per la sua carriera del resto, aveva rinunciato anche al bene più prezioso “ una figlia”.

Il notaio le aveva consegnato anche una lettera da parte della madre, non l’aveva ancora aperta, e pensava di cestinarla, ma poi vinta dalla curiosità strappò la busta e iniziò a leggere:

Carla, se leggerai questa lettera, significherà che io non ci sarò più, no, non ti chiedo perdono, è inutile, ciò che ti ho fatto, non può essere perdonato, ma vorrei che tu accettassi l’ingente patrimonio che ti ho lasciato, io come sai, ho avuto fortuna, la mia carriera di attrice mi ha permesso di guadagnare molto, e mi ha fatto dimenticare che avevo una figlia da amare, ma ti confesserò una cosa : io non sono mai riuscita ad amare nessuno, i miei genitori li ho persi da bambina, ma non ricordo di averli mai amati, tutti gli uomini che ho incontrato escluso tuo padre, sono serviti alla mia carriera, non li ho mai amati, a tuo padre ero legata, ma non l’amavo, tutta la mia vita è stata una vita priva d’amore, solo quando recitavo sulle scene potevo fare finta di amare… So che è mostruoso, ma questa è la verità, sono andata da uno psichiatra per cercare di capire, se esistessero in me dei traumi nascosti, che mi avessero bloccata per sempre, non ve ne erano, io ero solo una persona priva di sentimenti di amore, ma anche di odio e di altro.
Ti ho lasciata, perché non avrebbe avuto senso farti da madre senza amarti, ma per quanto tutto ciò che ti ho detto mi lasciasse perplessa, non ho mai sofferto, ho vissuto benissimo anche senza amore.

So che crederai che io sia stata un mostro, un alieno, e forse hai ragione, nemmeno la mia orrenda malattia mi ha procurato sentimenti forti tipo pietà verso me stessa o dolore perché stavo per morire, tutt’altro, ero indifferente….come in fondo sono stata indifferente alla sorte di tutti gli altri, non mi sono servita un piatto migliore.

Carla io non ho mai saputo cosa fosse l’amore, non so se la morte sarà qualcosa di definitivo, spero di sì, perché immagino che se esistesse davvero un inferno quella sarà la mia prossima destinazione, ma tutto sommato anche questo non crea in me alcun tipo di sentimento.

Questa lettera, ti farà finalmente capire perché non mi sono mai fatta sentire, sarebbe stata solo una grande ipocrisia e te l’ho risparmiata.
Una cosa è certa, io sono stata sempre me stessa, anche se in un nulla totale, ora tu potrai inorridire, ma anche ringraziarmi, per esserti stata lontana.

Matilde.

Carla, avrebbe immaginato tutto, ma non una lettera del genere, una confessione sul nulla assoluto che era sua madre, per lei l’amore era tutto, era il bene più prezioso della sua vita, amare era come respirare, per la prima volta nella sua vita, provò un’ immensa pietà per lei, decise di andare al cimitero, per portarle l’ultimo fiore di primavera nato nel suo giardino, si sentì molto fortunata, perché il suo cuore traboccava sempre d’amore, persino per lei, sua madre, che non aveva mai saputo cosa fosse questo incredibile sentimento.

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