sabato 26 settembre 2009

Prigioniero di un mostro



Non si ricordava chi fosse, non sapeva dove fosse, l'unica certezza era che stava vivendo un incubo senza fine, chiuso in un buco sotterraneo, prigioniero di un mostro, travestito da essere umano.

Ormai aveva perso il senso del tempo, quel luogo senza luce, lo stava privando della ragione, l'unica aspettativa della sua vita, era ricevere, quel frugale pasto schifoso ogni giorno.
Ma era comunque troppo debole, le forze lo stavano abbandonando e l'unico sollievo era riuscire a dormire, o restare in una sorta di dormi-veglia, quando si svegliava, la disperazione e la frustazione erano troppo grandi, si sentiva un animale impazzito.

Continuò così per molto tempo, fino a che un giorno accadde l'imprevedibile, un terremoto di grande intensità, invece di ucciderlo, sventrò la sua gabbia di cemento, e lui trovò un varco dal quale fuggire, risalito alla superficie, trovò una devastazione infinita, morti per le strade, palazzi crollati, voragini aperte, "l'apocalisse", si rese conto che le scosse stavano continuando e restare all'aperto era pericoloso, decise di ritornare nel sotterraneo.

La fame, la sete, la debolezza erano ormai le sue compagne, non aveva più speranze, ma raccolse le ultime forze e risalì alla superficie, le scosse erano cessate.

Un gruppo di soldati lo vide, lo fecero salire su una specie di trattore blindato, dentro al mezzo trovò altre persone, disfatte e con la disperazione negli occhi.
Li portarono in un campo allestito dalla protezione civile, dove persone civili e soldati stavano distribuendo acqua, cibo e qualche parola buona.
Il terremoto aveva devastato una area estesa dell'Indocina, ma lui si chiese cosa ci faceva lì nell'Indocina, chi diavolo era.

Dopo essersi rifocillato, trovò un bagno di fortuna allestito per la terribile occasione, c'era anche un piccolo specchio, la sua fisionomia era occidentale, uomo di circa quarantacinque anni, magro, con occhiaie profonde, ma comunque di bell'aspetto, all'improvviso tutto ritornò alla sua memoria, gli efferati omicidi, la sete di sangue, il serial killer, dunque era lui il mostro? qualcuno l'aveva catturato e chiuso in quel buco per fargliela pagare? ma allora perchè non l'avevano ucciso, o torturato. Il suo cuore tremò di orrore all'idea di essere lui il mostro, non riusciva a sopportarlo, ma dove era ora tutta la sua violenza? si sentiva solo, come un bimbo senza rifugio.

Ma non indugiò, cercò alcuni soldati provenienti da altri paesi e raccontò la sua storia, la sua prigionia, la sua paura di essere un maledetto killer, ma un capitano gli sorrise e gli disse stia tranquillo, io la riconosco le è Matt Demis, lo scrittore di libri neri, non ricorda di essere uno scrittore? mi creda io l'ho vista alla televisione mentre la stavano intervistando, sull'ultima recensione del suo libro: "Prigioniero di un mostro". Poi sempre dalla televisione ho saputo che era stato rapito e avevano chiesto un grosso riscatto alla sua famiglia, ma le trattative si erano interrotte, perchè la polizia aveva deciso di bloccare tutto il suo patrimonio. Tutti ormai pensavano che lei fosse morto, ucciso, da quelle bestie.

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