domenica 16 gennaio 2011

Un fantasma che accusa il suo assassino


Possono tornare dall'altro mondo, coloro che sono stati uccisi?, Possono aiutare gli inquirenti a rintracciare i loro assassini? Incredibilmente sembrerebbe proprio di sì, la storia che racconterò, dimostrerà che ciò è possibile, non sempre, ma qualche volta può accadere.


Questo caso è piuttosto singolare e si trova negli archivi del tribunale di  Roma.


Un uomo di nome F.F. la sera del 26 giugno 1976 sparì, l'ultima volta che lo videro era ubriaco, e stava uscendo da un bar di San Giovanni, un quartiere popolare di Roma.


La persona in questione aveva avuto nella vita una  fortuna molto alterna, dopo essere stato in carcere, era riuscito ad avviare una carriera di facoltoso commerciante e si faceva amministrare le sue proprietà da un commercialista di nome D.B.


Poco tempo dopo questa inspiegabile scomparsa, proprio il suo commercialista fu visto con un oggetto appartenente a F.F., questo insospettì la polizia, che lo convocò per un interrogatorio.
D.B., si giustificò dicendo che il suo cliente era partito per la Francia per sbrigare alcuni affari urgenti e che l'oggetto gli era stato consegnato proprio da lui.


Nonostante ciò, il commissario aveva ormai dei sospetti e quindi  fece diramare le fotografie di F.F., chiedendo aiuto alla polizia internazionale per rintracciare l'uomo.


Successivamente messo alle strette, il commercialista, confessò che l'uomo era stato ucciso da quattro suoi conoscenti, che poi avevano fatto sparire il cadavere, ma dal momento che  si rifiutò di fornire i nomi di questi quattro presunti assassini,  la polizia lo arrestò, pur sapendo, che in assenza del cadavere, avevano ben poche possibilità di farlo condannare.


La risoluzione del caso avvenne dopo qualche mese, grazie ad un commerciante G.L., che aveva il suo negozio nelle vicinanze dell'abitazione dell'uomo scomparso. Una sera infatti, passando davanti al palazzo dove risiedeva F.F., vide una strana e sinistra figura seduta sulla balaustra della veranda, che gli indicò con il dito un punto preciso del giardino di un vicino edificio, abbandonato, dopo il crollo causato dai lavori della metropolitana. L'uomo era convinto di trovarsi davanti ad un vero e proprio spettro,  e fuggì impaurito, però avvertì immediatamente la polizia di quello che gli era accaduto.


La polizia perlustrò meglio l'appartamento dell'uomo sparito nel nulla e verificò, che proprio sulla balaustra si trovava una traccia di sangue umano, decise quindi di scavare proprio nel punto indicato dal fantasma e lì fu trovato il corpo martoriato di F.F. ed il commercialista finalmente venne condannato all'ergastolo.




Come commentare una storia vera di questo tipo?  Certamente, quel fantasma potrebbe essere stato solo un residuo di energia psichica dell'uomo, rimasta latente, ma indicare a quell'uomo il punto preciso dove era sepolto il suo corpo..?


Oppure se desideriamo restare sul razionale, l'ipotesi potrebbe essere che  quel negoziante, casualmente  aveva visto e non volendo testimoniare in prima persona,  ha deciso di  scaricare la responsabilità sul fantasma?....ma che senso avrebbe? il commercialista era già in carcere, di chi avrebbe dovuto aver paura?.




Ma questo in fondo, non è il primo nè sarà  l'ultimo caso del genere, francamente, sarebbe auspicabile,  che il fantasma di chi è stato ucciso, tornasse sempre ad inchiodare il suo assassino, in modo di azzerare  i casi insoluti ..... di casi insoluti, ve ne sono anche troppi,  non vi pare?

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